L'energia delle stelle anche l'Italia nel progetto

Mercoledì 21 Marzo 2018
LA FRONTIERA
È da sempre il Sacro Graal dell'energia: la fusione nucleare. Fonte che imita le reazioni che avvengono all'interno delle stelle, inesauribile e pulita perché non emette gas serra. Inseguita per anni, ora sembra più vicina e l'Italia è in prima linea nel suo sviluppo: Eni partecipa con oltre 50 milioni di dollari alla Commonwealth Fusion System, società capofila del progetto che sta finanziando le ricerche presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit). L'obiettivo è la costruzione di un impianto prototipale negli Stati Uniti, che dovrebbe partire tra 15 anni. Il nome è evocativo: Sparc, che ricorda il termine inglese per scintilla. Non solo, è italiana anche l'azienda la Asg Superconductors - che ha completato la costruzione di quello che è lo strumento indispensabile per la realizzazione dell'impianto, ossia i magneti superconduttori.
Fino a oggi i problemi principali per la produzione di energia attraverso la fusione nucleare erano due: le eccessive temperature necessarie per ottenerla e il quoziente energetico negativo che si otteneva dalle reazioni. In pratica, si consumava più energia di quanta se ne otteneva.
I MAGNETI
Per riprodurre le reazioni di fusione interne alle stelle c'è bisogno di isolare il plasma (una zuppa gassosa di milioni di particelle subatomiche a una temperatura altissima) con dei magneti superconduttori. E la costruzione dei superconduttori più potenti del mondo, in grado di produrre un campo magnetico quattro volte più forte e di decuplicare la capacità di un dispositivo di fusione, dovrebbe avvenire nei prossimi tre anni grazie agli investimenti di Cfs, Eni e altre aziende. «La fusione è la vera fonte di energia del futuro, poiché è completamente sostenibile, non rilascia emissioni o rifiuti a lungo termine ed è potenzialmente inesauribile - afferma l'ad di Eni, Claudio Descalzi - È un obiettivo che siamo determinati a raggiungere rapidamente». Una volta messi a punto i magneti che sono, come si è visto, una parte fondamentale del progetto, si procederà poi alla costruzione dell'impianto Sparc, una ciambella capace di generare 100 megawatt (MW) di energia da fusione che rappresenterebbe un'alternativa alle centrali fossili.
Sparc non è l'unico progetto sulla produzione di energia di fusione: nel sud della Francia è in costruzione Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), una struttura cilindrica di 30 metri di diametro e di altezza, in grado di produrre 200 MW, la cui accensione è prevista per il 2025. Nel suo team internazionale di ricerca e sviluppo l'Italia è coinvolta grazie all'Enea. Sparc, dal suo canto, promette di ottenere un quinto dell'energia di Iter, ma con una struttura 65 volte più piccola: produrrà la stessa potenza necessaria per alimentare una cittadina.
Alessandro Di Liegro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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