L'ARRESTO
VENEZIA È stato arrestato per aver dato dei mafiosi ai poliziotti

Domenica 22 Luglio 2018
L'ARRESTO
VENEZIA È stato arrestato per aver dato dei mafiosi ai poliziotti e per aver reagito con violenza al loro accesso nel bed & breakfast nel quale alloggiava, a Castello, intervento resosi necessario per controllare l'identità di una donna vietnamita che si trovava in sua compagnia e che, dall'anagrafe risultava essere ricercata a seguito di emissione di un mandato di cattura internazionale.
In manette è finito un quarantacinquenne di nazionalità Svizzera, accusato di resistenza a pubblico ufficiale.
L'uomo, assistito da un avvocato d'ufficio, è comparso ieri mattina in Tribunale per l'udienza del processo per direttissima, mentre l'amica vietnamita lo aspettava all'esterno del palazzo di Giustizia, preoccupata per lui, ma del tutto tranquilla per quanto riguarda la sua posizione. A conclusione del controllo di polizia, infatti, è emerso che non era lei la ricercata. Ai poliziotti è stato sufficiente verificare le sue impronte digitali per accertare che il mandato di cattura è stato emesso nei confronti di un'altra persona.
Risulta ancora più inspiegabile la reazione violenta dell'uomo alla vista dei poliziotti. Gli agenti si sono recati al B&b di Castello dopo aver ricevuto l'elenco degli ospiti e aver verificato che il nome di una donna vietnamita coincideva con quello di una ricercata a livello internazionale. Giunti alla struttura ricettiva, hanno chiesto alla titolare, la quale ha spiegato che la coppia era arrivata senza bagagli e aveva chiesto una stanza per una sola notte, in attesa di poter entrare, il giorno seguente, in un albergo che avevano già prenotato.
I poliziotti hanno iniziato a bussare alla porta della camera, senza però, ottenere risposta. Nel frattempo hanno sentito che gli scuri della finestra si stavano aprendo e uno degli agenti si è precipitato nella corte interna, nel timore che qualcuno volesse darsi alla fuga da quella parte.
Finalmente, dopo altre insistenze, la porta della camera è stata aperta e, di fronte alla richiesta di poter identificare la donna, il quarantacinquenne svizzero è andato in escandescenze, reagendo non soltanto con offese, ma anche con modi violenti. Ieri l'uomo ha patteggiato 9 mesi ed è tornato in libertà.
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