L'ANALISI
Svegliarsi spesso durante il sonno può aumentare il rischio cardiaco.

Domenica 27 Giugno 2021
L'ANALISI
Svegliarsi spesso durante il sonno può aumentare il rischio cardiaco. È quanto risulta da una ricerca internazionale coordinata da Sobhan S. Shahrbarbaki, dell'Università di Adelaide (Australia) e pubblicata sulla rivista European Heart Journal.
Sono stati analizzati i dati di oltre 8.000 persone tra i 65 e gli 82 anni, uomini e donne, provenienti da tre diverse ricerche. Prevedevano l'esecuzione di una polisonnografia, un esame che, attraverso una particolare strumentazione, rileva e registra, durante la notte e mentre il paziente dorme, alcuni parametri fondamentali quali l'attività cerebrale, la respirazione, i livelli di ossigeno.
Attraverso i risultati è stato elaborato un indice di risveglio in grado di valutare la frequenza dei singoli risvegli notturni, la loro durata e il tempo totale di sonno notturno di ogni individuo esaminato. Questo materiale è stato messo in relazione al rischio cardiovascolare.
Conclusioni:chi ha un indice di risveglio più elevato ha un maggiore rischio di mortalità sia cardiovascolare che per altre cause. E questo pur escludendo gli altri fattori quali l'età, la frequenza cardiaca o respiratoria, l'ipertensione, l'infarto pregresso, la presenza di scompenso cardiaco, l'obesità o il fumo.
I RUMORI
Indagando più a fondo si è scoperto che gli uomini hanno mediamente un numero di risvegli maggiore delle donne, ma la pericolosità di questi è minore. Per ciò che riguarda il cuore in particolare, l'aumento del rischio cardiaco nelle donne che si svegliano più spesso nella notte è quasi doppio rispetto a quello degli uomini. Può, infatti, arrivare ad un massimo del 60% a fronte di un più ridotto 35% negli uomini.
Parliamo di risvegli che possono avvenire spontaneamente o provocati da altri stimoli, come apnee notturne (che a loro volta hanno cause diverse), ansia, dolori, rumori forti accensione di luci ecc. Questi, indipendentemente dalla causa che li ha provocati, impattano in maniera significativa sulla frequenza cardiaca, sulla pressione arteriosa. Quando sono frequenti possono anche modificare il ritmo circadiano dell'individuo (cioè il ritmo che governa varie funzioni dell'organismo) con successivi disturbi pressori, ormonali ed aumento dello stress ossidativo dei tessuti. Con conseguenti ripercussioni sul cuore.
È importante notare che la ricerca coinvolge soggetti di età mediamente elevata, pertanto quello che è venuto fuori dal lavoro potrebbe non essere automaticamente applicabile ai giovani.
Ma è da considerare un avvertimento: non sottovalutare, cioè, l'importanza di un sonno davvero ristoratore. In particolare da quando è arrivata la pandemia. L'insonnia colpisce mediamente il 20%-30% della popolazione. Ma la percentuale oggi si è alzata. La pandemia ha fatto salire il consumo degli ansiolitici e dei sonniferi.
I FARMACI
Nel 2020 si è registrato l'aumento del 12% dell'acquisto di questi medicinali secondo un monitoraggio dell'Agenzia italiana del farmaco. Il picco c'è stato soprattutto nelle regioni del Centro, tra cui Marche (+68%) e Umbria (+73%). In generale, spiega l'Aifa, la cosiddetta fase 2 dell'epidemia ha visto aumentare l'acquisto di ansiolitici in misura maggiore rispetto all'incremento durante la prima fase.
Antonio G. Rebuzzi
Docente di Cardiologia
Università Cattolica Roma
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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