Italia ferma e persa nell'incertezza

Venerdì 10 Aprile 2020
IL LIBRO
Un problema ci accompagna da anni. Non cresciamo, addirittura abbiamo una crescita potenziale prossima allo zero che non ha precedenti nella storia delle economie avanzate. Lo sostiene un interessante libro di Carlo Bastasin e Gianni Toniolo, «La strada smarrita», Laterza. Nei primi cento anni, dopo l'unificazione, la nostra economia ha attuato un percorso di convergenza verso i Paesi più avanzati, cambiando per sempre le condizioni di vita degli italiani. Un processo che si è dipanato fino alla fine degli anni Ottanta del Novecento frutto della presenza di diversi fattori: dalle istituzioni, sebbene imperfette, alla vitalità imprenditoriale e a politiche adeguate, lavoro e organizzazione sociale. A metà degli anni Novanta il reddito pro-capite raggiunge l'80% di quello statunitense e la produttività del lavoro segnerà una convergenza ancor più marcata.
PROBLEMI IRRISOLTI
Da quell'epoca la nostra capacità di crescita si è via via indebolita rispetto agli altri Paesi. Vengono a mancare alcuni fattori che avevano sostenuto la crescita nel passato in particolare la grande impresa come veicolo di ricerca e sviluppo anche per le Pmi. Non si colgono, inoltre, l'opportunità offerta di risolvere difetti antichi che oggi più di ieri ne frenano lo sviluppo, non solo economico. La profonda divergenza tra le economie regionali, l'ampia distanza formativa dai Paesi più istruiti, la piccola dimensione delle imprese, il ristagno della produttività e il macigno del debito pubblico. E pensare che nel 2007 era arrivato sotto la fatidica soglia del 100%, livello presto naufragato per la crescita del deficit e per la caduta importante del Pil a seguito della grande recessione del 2008 e 2011. Un Pil ancora inferiore a quello precrisi.
Secondo gli Autori la ragione di fondo della caduta della crescita del reddito e della produttività sta nell'incertezza che l'instabilità politica e finanziaria determina e che impedisce di risolvere i problemi strutturali italiani. Una incertezza frutto di una visione poco ambiziosa e di breve respiro da parte delle classi dirigenti nel contesto globale. Tuttavia c'è un motivo di speranza nella storia del Paese che ha saputo far fronte con successo a tante difficoltà e che gode di un alto livello di benessere e di ricchezza finanziaria. Occorre ritrovare la strada, allungando i tempi e gli orizzonti dell'azione politica per rilanciare gli investimenti, migliorare il grado di istruzione degli italiani e ridurre il debito. La storia non potrà sempre salvarci!
Giorgio Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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