IN RASSEGNA
L'Oscar della gastronomia 2021 (non c'è dubbio, almeno per noi) va a Venezia, e ad un settore che nonostante due anni terribili prima la devastante Aqua Granda del novembre 2019 e poi la pandemia ha avuto la forza non solo di restare più vivo che mai, ma ha trovato anche il modo di rinnovarsi e reinventarsi, mettere in campo e in gioco nuove idee, entusiasmo, risorse. Per certi aspetti miracoloso. E se New York è la città che non dorme mai, Venezia è quella che non muore a dispetto delle cassandre.
Un dinamismo sottolineato non solo dal sorprendente tris di nuove stelle Michelin arrivate lo scorso autunno (con relativi movimenti di chef, ne parliamo in questa stessa pagina) e che si sono aggiunte a quelle già esistenti, ma anche dalla considerazione che la stella potrebbero meritarla già da subito almeno altri tre insegne lagunari: dallo Chat Qui Rit al Algiubagiò fino al Riviera di Gp Cremonini, testimonial di una qualità diffusa, da Castello alle Fondamente Nuove, da San Marco alle isole. Senza contare chi le stelle le ha perse ma le ha avute per anni (l'Osteria da Fiore dal 1995, la stella più longeva di sempre in città, il Ridotto dal 2013) e resta una forza dell'accoglienza e della ristorazione lagunare, assieme ad una consistente pattuglia di nomi storici, capeggiati dall'inossidabile Harry's Bar.
IN ASCESA
Ma la forza di un movimento che si allarga, si consolida e guarda al futuro sono i giovani e se un elenco completo sarebbe troppo lungo, fare i nomi di Riccardo Volpe e Masahiro Homma, Sergei Hachi e Andrea Lorenzon, del sempre ispiratissimo Marco Bravetti e di Marco Cemut Simonetti, dei Nevodi e de La Corte a San Polo serve solo per dare una prima, frettolosa idea di quanto sia vivace la scena.
Scena sempre più ricca, con il nuovissimo e lussuoso Ca' di Dio, da poco inaugurato, con il suo Vero Ristorante, un'evoluzione che si allarga anche alle isole: la prossima sarà la terza primavera-estate con Hostaria in Certosa firmata Alajmo; al Lido è ormai una solida realtà il progetto Isola Edipo e (a parte le firme storiche dell'isola, dalla Favorita al Valentino) la scoperta dell'anno è stata Glamy Bistrot di Michela Cafarchia, con la sua bella atmosfera ed il succulento sushi alla veneziana: per assaggiarlo - dopo la sosta invernale - l'appuntamento è al prossimo marzo.
NELLE ISOLE
A Murano anche l'Hyatt Centric punta sull'alta cucina, mentre a Venissa prosegue, si allarga e rafforza, il progetto green di Francesco Brutto e Chiara Pavan, premiato dalla guida Michelin anche con la stella green oltre a quella...normale.
Per non parlare, a Sant'Erasmo, del progetto Osti in Orto che coinvolge un nutrito gruppo di ristoratori veneziani, e dell'azienda agricola I Sapori di Sant'Erasmo (che in più consegna la spesa in centro storico), o delle straordinarie coltivazioni di carciofi della Laguna di Arrigo Cipriani a Torcello, e del sempre coinvolgente progetto dell'associazione Laguna nel Bicchiere, rivolto alle vigne diffuse fra il centro e le isole.
Un movimento nel quale fanno orgogliosamente la loro parte anche i ragazzi di ResTour, con il viaggio fra i prodotti degli orti e della Laguna interpretati ogni mese dai 35 ristoranti aderenti, e quelli di Cocai Express, giovani veneziani che il cibo (ma anche la frutta, la verdura etc.) lo portano direttamente nelle case dei veneziani.
Claudio De Min
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".