Impresa vince il bando, ma non era nell'elenco

Giovedì 12 Ottobre 2017
IL CASO
MESTRE La ditta vince il bando, ma alla gara non era nemmeno stata invitata. In una meticolosa analisi di tutti i bandi di gara, al consigliere Davide Scano (M5S) non è sfuggito il nome della ditta che ha vinto il bando per i lavori di manutenzione di alcuni edifici all'interno dell'arsenale. Un intervento da mezzo milione di euro su cui ora punta i riflettori, prima con un'interpellanza e ora con un esposto all'Anac e alla corte dei conti. L'interpellanza è stata discussa ieri mattina.
LA GARA
Nell'apertura di un bando di gara il Comune è chiamato a invitare un numero massimo di imprese (10 fino a poco tempo fa, 15 secondo il codice nuovo). Il Comune aveva inviato le richieste senza sapere che una delle dieci ditte era fallita due anni prima. «A partecipare, però - spiega Scano - è stata un'altra impresa che aveva preso in affitto il ramo di azienda. Un'impresa terza rispetto a quella invitata». La ditta è venuta a conoscenza della gara perché l'attuale rappresentante legale è il direttore tecnico della precedente impresa, da cui entrambe le aziende prendono il nome. «Avevano l'onere di comunicare al Comune che l'impresa era fallita due anni prima ma non l'hanno fatto. Hanno partecipato con la nuova e addirittura vinto».
LE RICHIESTE
Il consigliere 5S ha quindi chiesto all'assessore Francesca Zaccariotto (che poi ha girato la questione agli uffici competenti), come mai il Comune abbia accettato la nuova ditta. «Senza contare che è stato violato il principio di rotazione, danneggiando un'altra impresa che avrebbe potuto partecipare e anche vincere». Nella discussione dell'interpellanza emergono le perplessità che anche gli uffici comunali avevano avuto.
LE PERPLESSITÀ
Non si comprende - aveva scritto Scano nell'interpellanza - che tipo di controlli abbia condotto la commissione... È evidente che la gara in esame dovrebbe essere revocata tout court poiché la partecipazione dell'Ati ha influenzato, di molto, il calcolo della soglia d'anomalia. Essa, del resto, non solo doveva esser esclusa dalla commissione ma non avrebbe dovuto neppure essere invitata dagli uffici, vista la sua condizione.
Motivo per cui prima dell'aggiudicazione era stato richiesto un chiarimento all'avvocatura civica. Il parere però non ha convinto Scano che ha quindi preso la decisione di approfondire: «Non sono soddisfatto dai chiarimenti, il parere dell'avvocatura civica è contraddittorio e cita norme che non c'entrano. Per questo manderò tutto alla corte dei conti e ad Anac».
Melody Fusaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci