Imprenditore nega di essere stato vittima di usura del boss

Mercoledì 29 Luglio 2020
Imprenditore nega di essere stato vittima di usura del boss
ERACLEA
Ultima udienza prima della pausa estiva, ieri in aula bunker a Mestre, per il processo sulle presunte infiltrazioni della camorra nel Veneto Orientale. L'udienza celebrata con rito abbreviato di fronte al giudice Michela Rizzi, è proseguita tutto il giorno per ascoltare il pentito Girolamo Arena, che già aveva deposto per più giornate nel corso del processo in corso con rito ordinario di fronte al Tribunale, nonché l'imprenditore di Eraclea, Amorino Zorzetto, imputato di bancarotta e indicato dalla Procura come vittima di usura da parte del boss Luciano Donadio e dei suoi uomini.
In calendario era prevista anche l'audizione dell'ex vicesindaco di Eraclea, Graziano Teso (imputato di concorso esterno in associazione mafiosa), ma non c'è stato tempo e l'ex amministratore pubblico sarà ascoltato il prossimo 16 settembre, nella stessa udienza nella quale l'avvocatessa Annamaria Marin (accusata di favoreggiamento) ha chiesto di rilasciare spontanee dichiarazioni.
IL MALORE
La testimonianza di Arena è proseguita per circa due ore, in risposta alle domande formulate dal difensore dell'imputato. Ad un certo punto il giudice è stato costretto a sospendere l'udienza in quanto il pentito ha avuto un malore e la sua audizione è potuta riprendere soltanto dopo una pausa. Le condizioni di salute di Arena non hanno consentito, però, di completare l'audizione, che proseguirà dopo l'estate.
Quanto a Zorzetto, secondo la Procura il reato di bancarotta a lui contestato sarebbe stato commesso per far fronte ai debiti usurari maturati nei confronti di Donadio. Un debito così ingente da farlo anche ammalare perdendo parte della memoria. Per tutta l'udienza, però, l'imputato ha continuato a negare di essere stato vittima di usura da parte del boss dei casalesi dichiarando di essere Venuto a conoscenza del procedimento penale e della relativa imputazione a suo carico solo nel febbraio 2019, ossia ben 10 anni dopo la pronuncia che lo dichiarava fallito. Il pm Roberto Terzo ha ricostruito le gravi difficoltà economiche della sua azienda che lo spinsero a chiedere prestiti a Donadio e Buonanno. Per far fronte ai debiti, Zorzetto ha raccontato di essere stato costretto a vendere la seconda attività di cui era proprietario, un bar a Jesolo. (gla)
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