IL RITRATTO
Il più grande compositore e direttore d'orchestra polacco Krzysztof

Lunedì 30 Marzo 2020
IL RITRATTO
Il più grande compositore e direttore d'orchestra polacco Krzysztof Penderecki è morto ieri a ottantasei anni. La sua è stata una carriera ricca di riconoscimenti accademici e di una popolarità che ha raggiunto il pubblico di tutto il mondo, non solo nelle sale da concerto. La sua musica, infatti, è stata utilizzata anche nel cinema. Brani del maestro polacco furono scelti dal regista William Friedkin per la colonna sonora de L'esorcista; Stanley Kubrick ne inserì tre per Shining, Martin Scorsere uno per Shutter Island. La sua musica è presente anche in Je t'aime, Je t'aime di Alain Resnais, Inland Empire di David Lynch.
SPIRITUALE
A suo agio con la dimensione sociale e spirituale dell'arte (è stato legato al papa polacco Giovanni Paolo II e a Lech Walesa), Penderecki ha sempre legato il suo nome alla sperimentazione più spinta, senza dimenticare la grande tradizione del passato e la dimensione religiosa, evidente già dalla Passione secondo Luca del 1966, che gli valse anche il suo secondo Prix Italia nel 1972, mentre il primo lo vinse nel 1968 per Dies Irae. Questo legame proseguì negli anni Settanta con pagine come il monumentale Requiem polacco, per culminare con Ciaccona, scritto in memoria di Papa Giovanni Paolo II nel 2005.
Krzysztof Penderecki era nato a Dbica, in Polonia, nel 1933. Iniziò molo giovane a studiare il violino e poi composizione a Cracovia. Il suo primo grande successo internazionale risale al 1960 con 8'37, brano per archi poi conosciuto come Trenodia per le vittime di Hiroshima, che ricevette un premio dall'Unesco e fu scelto dal regista Alfonso Cuarón per il film I figli degli uomini, e anche per Twin Peaks di David Linch nel 2017. La sensibilità per la storia del suo tempo lo ha accompagnato lungo tutta la carriera, come dimostra tra l'altro il Concerto per pianoforte e orchestra Resurrezione, composto dopo l'attacco dell'11 settembre.
Nel 1960 il brano Anaklasis per archi e percussioni ebbe un tale successo da essere ripetuto interamente come bis. Dopo un decennio nel quale Penderecki aderì all'avanguardia e maturò le prime esperienze come autore operistico con I diavoli di Loudon (1969), la svolta avvenne con la vicinanza al movimento Solidarnosc. Il compositore stesso l'ha raccontato in un'intervista radiofonica nel 2018: «Lech Walesa mi chiese di scrivere un brano per aprire una riunione antigovernativa. In due ore scrissi il Lacrimosa. Da qui sono andato indietro nel recuperare aspetti della tradizione, utilizzando di nuovo la tonalità, anche se in modo non esplicito. Prima del Lacrimosa non pensavo che la musica avesse un'importante funzione politica. Da allora ho seguito questa strada».
Gli anni Sessanta lo videro attivo come sperimentatore alla ricerca di nuove soluzioni timbriche e inedite modalità esecutive, in particolare per l'esplorazione di nuove tecniche nell'uso degli strumenti ad arco, come testimonia Fluorescences, composto nel 1962. La sua predilezione per questi strumenti lo portò ad avere un'intenza collaborazione con alcuni grandi interpreti, come il violinista Isaac Stern, il violoncellista Mstislav Rostropovic e la violinista Anne-Sophie Mutter.
Il suo debutto nel repertorio sinfonico risale al 1973 con la Sinfonia n. 1, che diresse egli stesso e nella quale sintetizzò i suoi primi anni di ricerca. Nelle successive Sinfonie, fino alla n. 4, superò il radicalismo in favore di un riavvicinamento al grande repertorio.
GLI ESTIMATORI
Il maestro era molto apprezzato anche al di fuori dei circuiti accademici. «Penderecki era il più grande, un compositore fortemente creativo e un uomo gentile e cordiale. Le mie condoglianze alla sua famiglia e alla Polonia per questa enorme perdita per il mondo musicale». Così, su Twitter, Jonny Greenwood, chitarrista e arrangiatore dei Radiohead, ricorda Krzysztof Penderecki, la cui musica è stata fonte di ispirazione per il solista della band inglese. Nel 2012 Greenwood volle una collaborazione con Penderecki per l'album The Master, in cui due composizioni del grande musicista polacco erano alternate a due nuove composizioni del chitarrista.
Penderecki ha vinto quattro Grammy Awards e collezionato numerosi riconoscimenti in tutto il mondo ed era accademico onorario dell'Accademia di Santa Cecilia. Ha debuttato nella direzione nel 1971, collaborando in seguito con alcune tra le più prestigiose compagini mondiali, come la London Symponhy Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York Philharmonic Orchestra. A lui è intitolato il Krzysztof Penderecki European Center for Music a Luslawice.
Luca Della Libera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci