IL PROCESSO
MARCON Più di duecento anni di carcere per i 18 imputati dell'operazione

Sabato 22 Giugno 2019
IL PROCESSO MARCON Più di duecento anni di carcere per i 18 imputati dell'operazione
IL PROCESSO
MARCON Più di duecento anni di carcere per i 18 imputati dell'operazione Picciotteria che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. A chiedere pene esemplari, nel corso della requisitoria svoltasi nell'aula bunker di Mestre, è stata ieri il sostituto procuratore di Venezia, Paola Tonini. Sotto accusa un maxi traffico di stupefacenti, contestato dalla Procura distrettuale antimafia a numerosi soggetti ritenuti appartenenti o vicini all'Ndrangheta calabrese, che nascondevano la droga tra carichi di frutta, ordinata da società regolarmente operanti nel settore.
La pena più severa - 20 anni di reclusione - è stata sollecitata per il presunto boss dell'organizzazione, Attilio Violi. Le altre richieste sono le seguenti: Antonio Catalano 12 anni, Costantin Dascalu 7 anni, Mariana Dascalu 9 anni e 4 mesi, Guido De Francesco 6 anni, Antonio Femia 6 anni, Nicodemo Fuda 12 anni, Franco Monteleone 11 anni e 4 mesi, Santo Morabito 18 anni, Leo Palamara 7 anni, Mario Palamara 14 anni, Vincenzo Stefano Romeo 9 anni e 4 mesi, Rocco Scordo 8 anni, Giovanni Sculli 10 anni, Antonino Vadalà 11 anni e 4 mesi, Pasquale Edoardo Vadalà 7 anni, Pasquale Virgara 18 anni e 8 mesi, Leo Zappia 19 ani, 9 mesi e 10 giorni. Dalla prossima udienza inizieranno a parlare i difensori; la sentenza potrebbe arrivare a fine estate.
Ai principali imputati viene contestata l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'importazione di ingenti quantitativi di droga dal Sudamerica, in alcuni casi con l'aggravante mafiosa. La Procura colloca al vertice del presunto sodalizio criminale il calabrese Attilio Vittorio Violi, 56 anni, stabilitosi a Marcon, indicato come uno stretto collaboratore del boss Morabito, riferimento di una delle ndrine più violente, quella di Africo. Dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, dove finì a seguito di una precedente operazione, alcuni anni fa, Violi avrebbe continuato a gestire l'organizzazione grazie all'aiuto di alcuni fedeli collaboratori, tra cui il cognato, Giovanni Pietro Sculli, 49 anni, e il cugino, Rocco Scordo, 42 anni. Fra i promotori dell'associazione criminale vengono indicati anche Santo Morabito, 55 anni, e Leo Zappia (61) entrambi di Bova Marina, ai quali viene contestato il ruolo di cerniera con un gruppo di milanesi. Secondo il pm Paola Tonini, a far uscire gli ordini di Violi dal carcere sarebbe stata la compagna, la trentaseienne romena Mariana Dascalu, che si sarebbe prestata a fare da postina per i pizzini del boss. Le indagini sono state condotte dai finanzieri del Gico di Venezia.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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