IL PERSONAGGIO
Sali le scale e torni indietro nel tempo: alle pareti poster dei

Domenica 18 Marzo 2018
IL PERSONAGGIO
Sali le scale e torni indietro nel tempo: alle pareti poster dei cantanti degli anni Sessanta e Settanta, da Little Tony a Mal, dai Camaleonti ai Nomadi, ovunque juke-box luccicanti, flipper, chitarre, strumenti musicali, memorabilia d'ogni tipo e scaffali con migliaia di dischi in vinile. Ci sono autentici pezzi da museo come un rarissimo juke-box Wurlitzer per dischi a 78 giri perfettamente funzionante. È il quartier generale di Roberto Zanella, il re della radio private del Nordest. Un successo costruito nel segno del motto Bellamusicavince, scritto tutto attaccato, che è anche il titolo del libro che racconta la sua storia.
STORPIATURE DI SUCCESSO
Quello di storpiare le parole è un po' un marchio di fabbrica che usa per far riconoscere le sue emittenti: Radio BiriKina con la K, BelLla & Monella con tre elle, Piterpan con la i al posto della e di Peter, oppure SorRriso con tre erre. Tutti colossi della radiofonia del Nordest, che si rivolgono ad un target nostrano e ruspante. È tutto semplice nel mondo di Zanella e fortemente made in Italy, per lui non serve inventare, basta usare bene quello che c'è. A cominciare dalla musica. La sua storia sembra la trama di un musicarello, quei film che negli anni Sessanta-Settanta nascevano sulla scia delle canzoni di successo. I protagonisti erano i cantanti, come in tutta la vita di Roberto Zanella che, a 65 anni, è a capo di un impero con sette radio, con una media di 1 milione e 200mila ascoltatori al giorno, e quattro televisioni.
IMPERO RADIOFONICO
«Tutto è cominciato con un juke-box. Era il 1962, io avevo 10 anni e i miei genitori gestivano un bar di campagna a Monastiero di San Martino di Lupari. Mio padre per movimentare un po' il bar e contrastare un locale che aveva aperto nelle vicinanze, decise di noleggiare un juke-box. Cinquanta lire una canzone, cento lire tre dischi. In paese era un oggetto da fantascienza, la gente faceva la coda per ascoltare Paul Anka e 24mila baci di Adriano Celentano. Per me è stata un'illuminazione, ho capito che quello era il mio mondo, la musica e i cantanti». Roberto racconta con entusiasmo la sua storia. Ora è seduto in plancia di comando nel suo ufficio negli studi di Castelfranco, una sede imponente, inaugurata nel 2000, che ospita tutte le emittenti e dà lavoro a più di un centinaio di persone, ma agli inizi è stata dura: «Dal juke-box siamo passati alla Tegola verde, una grande sala da ballo che prendeva il nome dal colore della tettoia che la ricopriva. Era il 1965. A Roma impazzava il Piper con Patty Pravo, noi ci accontentavamo di Louiselle che all'epoca andava fortissimo con Andiamo a mietere il grano. Per Monastiero fu un botto, un evento che richiamò migliaia di persone anche dagli altri paesi».
ALLA TEGOLA VERDE
Il dado era tratto, per una quindicina d'anni gruppi e cantanti dell'epoca si misero in fila per suonare alla Tegola verde, nel frattempo ribattezzata Arena duemila: da Marcella Bella a Riccardo Cocciante, dai Pooh ai Dik Dik, da Riccardo Fogli a Loredana Bertè. Il bocia Roberto, come lo chiamavano all'inizio nell'ambiente, stava diventando un manager musicale, con un certo fiuto per capire le tendenze. Due le intuizioni: le grandi potenzialità delle radio private e il fascino della musica revival. «Negli anni Settanta le radio libere, come si chiamavano all'epoca, nascevano come funghi, ma anche si spegnevano in fretta. Io avevo capito che la radio poteva fare pubblicità al locale da ballo di mio padre e sono entrato, da perfetto pivello, nel ramo».
GLI INIZI
La prima acquisizione fu Radio Castelfranco 97 a cui presto venne cambiato il nome. «Nel Veneto ogni paese fa storia sé, come potevo sfondare con una radio che portava il nome di una cittadina?. Ci voleva un nome accattivante e neutro. Qualcosa di birichino, mi suggerì un mio collaboratore napoletano. E nacque Radio BiriKina con la K per farla notare di più». Anni pioneristici, Far West dell'etere, come si diceva all'epoca, prima dell'entrata in vigore della legge Mammì. Roberto divenne un cacciatore di frequenze, qualcuno disse uno squalo. Dove c'era una emittente in difficoltà arrivava lui e si offriva di acquisire tutto in blocco, impianto, frequenze e personale. Una politica di espansione per poter diffondere il segnale sempre più lontano. «Ho dovuto fare anche l'antennista abusivo scherza Zanella andavamo di notte a piantare tralicci per i ripetitori. Non c'erano regole, chi prima arrivava si prendeva la frequenza».
IL REVIVAL
L'altra chiave del successo è stata puntare tutto sul revival. Arena Duemila venne trasformata in un locale anni Sessanta, luci soffuse, candele sui tavoli, musica a livello basso, addobbi floreali, tappeti. Un locale per famiglie, dove si entrava solo in giacca e cravatta, niente abusi di alcol e tantomeno droghe. E solo musica anni Sessanta eseguita dal vivo. «Per me e la mia famiglia quello fu uno dei periodi più belli, pieno di soddisfazioni. La gente faceva la coda per entrare nonostante il prezzo d'ingresso fosse salito notevolmente». Stessa musica, nel vero senso della parola per Radio BiriKina. «Gli ascolti stavano calando. Mettevamo in onda cassette mixate dai dj. Più o meno uguali a quelle delle altre radio. Una mattina del giugno 1989 ho avuto l'ispirazione: ho riempito un borsone di vecchi dischi che avevo a casa e li ho consegnati a chi gestiva la consolle della radio, dicendo: d'ora in poi mettiamo solo e sempre questi. Solo musica e niente parole. Dopo un mese di bombardamento Anni Sessanta, abbiamo lanciato il nuovo palinsesto che regge tuttora».
ANNI SESSANTA
Il mondo di Zanella è ancorato agli Anni Sessanta, ma lui in realtà è al passo con i tempi e guarda sempre avanti. Gli studi di via delle Mimose a Castelfranco sono tecnologicamente molto avanzati, la musica è datata, ma le apparecchiature sono modernissime. E potendo spalmare l'offerta su sette radio ovviamente ha allargato a molti altri generi, con spazio per le canzoni a richiesta ed il karaoke, con l'angolo del liscio e quello delle nuove proposte e persino rock e musica d'avanguardia. Ma il core business restano le note di quell'epoca. Lo sanno bene i cantanti di allora che sono ancora sulla breccia e si mettono in fila per farsi intervistare dalle emittenti di Zanella. «Da qui sono passati tutti i big racconta con orgoglio ormai molti sono amici. Nei primi tempi hanno fatto la mia fortuna, oggi forse sono io che li tengo ancora a galla».
Vittorio Pierobon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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