IL PERSONAGGIO
Pierre Cardin compie 70 anni. Solo di carriera, naturalmente,

Domenica 1 Ottobre 2017
IL PERSONAGGIO Pierre Cardin compie 70 anni. Solo di carriera, naturalmente,
IL PERSONAGGIO
Pierre Cardin compie 70 anni. Solo di carriera, naturalmente, perché di età sarebbero 95. «Diciamo che non sono un novellino...», sorride al telefono con il Gazzettino dalla sua casa parigina, con l'ironia che è la cifra della sua creatività. Una ricorrenza che il celebre stilista, trevigiano di nascita, francese di adozione e veneziano nel cuore, festeggerà oggi pomeriggio nel proprio museo in rue Saint-Merri, in occasione della presentazione del libro Pierre Cardin (Assouline), firmato dal suo direttore della comunicazione Jean-Pascal Hesse.
LA GIOIA
Correva il 1947 quando Cardin, all'epoca primo sarto nella maison Dior, partecipò all'invenzione del New Look: spalle arrotondate, linee fluide e allungate, gonne a corolla sopra vitini di vespa. Proprio in quei giorni nasceva anche Marisa Berenson, nipote di Elsa Schiaparelli (nel cui atélier il giovane Pierre aveva lavorato come tagliatore), indimenticabile interprete del film Morte a Venezia girato al Lido fra l'hotel Des Bains e la spiaggia degli Alberoni, sua modella e musa al punto da firmare la prefazione al volume: «Ho sempre ammirato molto questo uomo enigmatico e affascinante. Un uomo di paradossi e di contraddizioni, tanto nelle sue creazioni quanto nella sua vita privata. Un uomo che non ha né frontiere né limiti, che sia in lui o al di fuori di lui. Un uomo per il quale il presente è il futuro».
Il passato per lui sono sette decenni di moda, successi, mecenatismo, arte. «Sembra un tempo molto lungo, ma in realtà è trascorso molto velocemente», ci racconta con quella fame di vita con cui ha sempre divorato i traguardi e i riconoscimenti, mai abbastanza sazio da sedersi sui suoi tanti allori. «La mia gioia più grande? L'elezione a membro dell'Académie des Beaux-Arts, primo e unico sarto (sic) nella storia di questa prestigiosa istituzione», sottolinea con orgoglio Cardin, che sulla sua spada di accademico ha fatto incidere una maschera veneziana, omaggio al Carnevale della città in cui ha casa (il palazzo Ca' Bragadin) e al teatro che è l'altro suo grande amore (suggellato pure da una lunga relazione con la compianta amica di sempre Jeanne Moreau). «Il mio prossimo progetto riguarda proprio il palcoscenico ci svela perché nel 2018 riporterò in Italia il Dorian Gray di cui ho disegnato i costumi e sono il produttore»: la prima al Sistina di Roma a febbraio, dopodiché la tournée si snoderà fra Colosseo di Torino, Arcimboldi di Milano, Celebrazioni di Bologna, Pergola di Firenze, Petruzzelli di Bari, San Carlo di Napoli, fino a ritornare in agosto alla Fenice di Venezia, dove lo spettacolo aveva debuttato lo scorso anno in anteprima mondiale.
LE LICENZE
Ma è ogni giorno a riservare sorprese da, e per, Cardin. Letteralmente: ieri al MoMa di New York è stata inaugurata un'esposizione, dedicata ai capi iconici della storia del fashion, che annovera pure due suoi pezzi dell'èra spaziale; oggi al Pierre Cardin di Parigi saranno mostrati i suoi ultimi occhiali Evolution realizzati dalla padovana Sàfilo, nell'ambito di quel sistema delle licenze che ha costituito la grande intuizione imprenditoriale del couturier, convinto sostenitore della «democrazia del lusso»: abiti, profumi, prodotti di bellezza, cibo, vini, acqua, ristoranti, sigari, mobili, biancheria per la casa, aerei. «La sua firma scrive Hesse è ormai sinonimo di Francia nel mondo intero e il suo nome è conosciuto tanto quello di Napoleone o de Gaulle. La forza di Pierre Cardin è Pierre Cardin stesso. È la chiave di volta di tutto il suo sistema. Lui è presidente, direttore finanziario, capo del personale, responsabile delle relazioni pubbliche, stilista, tagliatore. Autentico uomo-orchestra che funziona sempre, in autofinanziamento».
Ormai insediata in 110 Paesi, la maison Cardin è uno degli otto marchi più conosciuti al mondo, insieme a Mercedes e Coca-Cola. Un brand globale, ma dal sigillo inconfondibile. «Per gli storici della moda continua l'autore il suo nome è portatore di codici ricorrenti: vestiti strutturati, tagli originali, matrimonio tra forme geometriche minimali con tessuti di grande qualità, per conseguire un impatto massimo. E, al contrario degli altri creatori di moda che ricorrono a dei fornitori diversi per gli accessori, lui gestisce anche questo aspetto da sé: gioielli, cappelli, scarpe, calze, guanti, occhiali, orologi, borse... non gli sfugge niente!».
LO STILE
I suoi più stretti collaboratori concordano: monsieur Cardin «vuole vedere tutto, sapere tutto, conoscere tutto». E i colleghi ne sono ammaliati, come si legge fra le 260 pagine dell'elegante cofanetto. Christian Lacroix: «Le sue forme laser, il suo esotismo contemporaneo, il barocco del disegno tridimensionale mi hanno incantato, impressionato, dunque ispirato». Paco Rabanne: «Ha scatenato la mia vocazione». John Galliano: «La creatività di Pierre Cardin ha lasciato per sempre la sua impronta sulla cultura della moda, con la sua natura visionaria, la sua maestria nel taglio e il suo contributo alla concezione dei nuovi volumi».
L'uomo che ha vestito Jackie Kennedy e ha concepito le divise per l'Esercito popolare di liberazione cinese, ha curato il look dei Beatles e ha ideato il bubble dress, riassume il suo credo estetico in poche e lapidarie parole: «Il talento e il gusto non bastano, solo lo stile conta». E nel giorno in cui brinda ai suoi primi 70 anni di carriera, Cardin tiene a dedicare un pensiero al suo amato Veneto: «Anche se gran parte della mia vita è in Francia, nel mio cuore mi sento sempre venessian».
Angela Pederiva
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