Il nuovo attacco frontale da parte del virus killer sta togliendo spazio al dopo

Giovedì 25 Febbraio 2021
Il nuovo attacco frontale da parte del virus killer sta togliendo spazio al dopo Pandemia, che almeno sulla carta, con l'arrivo dei vaccini, è già iniziato e che viceversa viene ancora una volta messo a fianco del problema salute, ma un passo indietro. L'idea che tutto si risolva con il Next generation plan è perlomeno puerile, certo, l'immensa fortuna finanziaria che viene messa a disposizione della ripresa è sostanzia perchè la si possa far decollare, ma parimenti serve un idea- modello Paese, che nell'enciclopedico piano Draghi, presentato al Parlamento e da esso approvato, è sicuramente presente ma che per la realizzazione della quale servono tempi, modi e ahimè, selezioni, ovvero non illudiamoci che quel che era risarà e che tutto dovrà ricominciare da dove siamo eravamo. I motivi di dover procedere ad una selezione sono innumerevoli, i due più importanti sono che il mondo cammina con un altro passo e che noi non avendolo adottato siamo rimasti troppo indietro, così tanto da ottenere una crescita del Pil degli ultimi 20 anni dimezzata in rapporto a quella degli altri principali partner europei e fanalino di coda, compreso Grecia, dell'Eurozona. Serve fin da subito un piano che in parte si rifaccia a quello che sarà presentato a livello comunitario e in parte sia farina destinata al mulino interno e raccolta entro confine da capitali pubblici e privati in modo da poter generare finalmente l'agognato rilancio. In prima fila debbono esserci gli investimenti in ricerca e innovazione dei settori della salute, biotech-pharma, ma anche tecnologia e formazione specializzata, ingegneria informatica, automotive con motore elettrico e filiera delle batterie ricaricabili, meccatronica, ovvero il modo di far interagire meccanica, elettronica e informatica al fine di automatizzare i sistemi di produzione ma salvaguardando, con la formazione permanente, l'elemento capitale umano che deve rimanere insostituibile per il presente e per il futuro. Su questi grandi temi serviranno risorse finanziarie proprie del nostro paese pubbliche ma soprattutto private e per ottenerle servirà uno Stato che sappia costruire una macchia pubblica efficiente e trasparente, che non opprima imprese e famiglie con la pressione fiscale e contributiva, che liberi da lacci della burocrazia e che si metta al servizio dei cittadini e non viceversa come è successo e succede da molti decenni. Draghi è forse l'unico che possa permettersi di puntare a far volare alta l'Italia, ed è per questo che il suo agire deve sostituire i dettami teorici e farli diventare pratici. La macchina Paese non è certo una Ferrari, ma può risalire posizioni e tornare ad essere una fuoriserie se i criteri previsti per lo sviluppo sono pilastrati sui settori e comparti citati e dispongono della complicità e sostenibilità pubblica. Far scucire denari dagli imprenditori si può se gli si sottopone un piano da loro condiviso attraverso le maggiori sigle che li rappresentano e se quel piano ha ragionevoli certezze di non essere modificato al primo cambio di Governo, e di maggioranza che lo sostiene, cosa avvenuta regolarmente finora. Perchè si verifichi è indispensabile fissare un piano decennale approvato da tutte le forze politiche che sostengono l'esecutivo Draghi e qualunque di esse vinca alle prossime elezioni deve essere impegnata a mantenerlo. Allora si che ci potrà essere una nuova vincente Italia.
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