Il lockdown che abbiamo vissuto nei mesi scorsi ha certamente avuto effetti anche

Mercoledì 15 Luglio 2020
Il lockdown che abbiamo vissuto nei mesi scorsi ha certamente avuto effetti anche sulle modalità di acquisto da parte dei consumatori. L'analisi dell'Osservatorio del Nordest ne evidenzia una di queste, il consumo di cibo pronto a domicilio. Ristoratori, bar, pizzerie e pub hanno dovuto attrezzare la consegna a domicilio dei pasti essenzialmente per due motivi: continuare a lavorare e quindi garantirsi un reddito da un lato, rispondere ad una esigenza della clientela, pur se bloccata in casa. Si dice che questa crisi che abbiamo vissuto abbia accelerato alcuni percorsi di trasformazione delle imprese: in questo senso una indagine svolta da Ipsos per conto della Camera di Commercio di Padova ha denotato come, in pochi mesi, da novembre 2019 a maggio 2020 sia aumentato dell'11% il numero delle imprese che intende affrontare la sfida del commercio on line. Il dato che più colpisce dell'indagine dell'Osservatorio non è tanto il 17% per cento che ha utilizzato il servizio a domicilio per la prima volta, quanto il 75% che dichiara di volersene servire anche nel futuro che evidenzia una possibile svolta. Se da un lato dunque le imprese hanno avviato un percorso di trasformazione della loro offerta, dall'altro lato anche i consumatori finali sembrano avere scoperto una nuova frontiera della modalità di fruire dei servizi di ristorazione, anche connessa ad un nuovo modello di organizzazione del lavoro che si è introdotto che è quello dell'utilizzo dello smart working in modalità spinta non solo nella Pubblica Amministrazione, ma più in generale in quelli che un tempo erano definiti i colletti bianchi (chi lavora, ad esempio, in banche ed assicurazioni, ecc.). Quali saranno le conseguenze di questa trasformazione? Se da un lato è prematuro dire se questo dato diventerà tendenziale o se passato anche un effetto psicologico che sta ancora bloccando molte persone nell'andare al ristorante perché luoghi ritenuti poco sicuri (immotivatamente, i ristoratori seguono scrupolosamente le norme anti Covid) si tornerà alla normalità del passato. Probabilmente si arriverà ad un mix tra le due realtà perché abbiamo bisogno di un luogo fisico di socialità quali sono gli ambienti della ristorazione ed abbiamo anche la necessità di vivere le città ed i paesi dopo l'allontanamento forzato delle scorse settimane. Una sfida per gli imprenditori del settore quella del connubio tra le due attività, in quanto usciti dall'emergenza chi deciderà di operare anche sulle consegne a domicilio dovrà intraprendere azioni di marketing e anche di modalità di gestione delle richieste oltre che di consegna innovative. Un percorso che si è improvvisamente accelerato, ma che le nostre imprese sapranno affrontare con la consueta solerzia ed innovatività.
*Segretario Generale Unioncamere Veneto
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