IL LIBRO
Tutto parte da um biglietto. Lo scrive il protagonista Vincenzo alla

Domenica 25 Agosto 2019
IL LIBRO
Tutto parte da um biglietto. Lo scrive il protagonista Vincenzo alla ragazza, sua compagna di banco e amore segreto, ma che il destino e il futuro allontana. Nell'ultimo biglietto che Vincenzo le scrive, prima che le loro vite si dividano, dice: A te oltre il tempo il mio tempo. E sorge quindi un interrogativo: sarò possibile fermare il tempo e rincorrere le antiche passioni? Si possono riallacciare i fili di una relazione importante? È tutto racchiuso in questi interrogativi il nuovo lavoro di Lorenzo Marotta, siciliano di Aidone in provincia di Enna, giornalista e scrittore, collaboratore nella sezione cultura di molte testate giornalistiche e culturali, già autore di altri libri come Le Ali del Vento; Il sogno di Chiara, Una verità nascosta, e anche di alcune raccolte di poesia. Questa ultima fatica dal titolo Oltre il tempo (Castelvecchio Emersioni, 19.50 euro) è una sorta di romanzo ad incastro con due storie parallele: da una parte, un gruppo di ragazzi dell'entroterra siciliano con la passione dei libri e della filodrammatica; giovani che si disperdono dopo aver frequentato l'università e che, quindi, scelgono ognuno una strada. C'è chi avrà successo, chi meno. Questa è la vita. E c'è poi una seconda parte, quella dei cosiddetti racconti eretici dove ci si misura con le tante imposture a danno della libertà degli uomini. «Romanzo? - si chiede nella prefazione il critico letterario Antonio Di Grado - Si, certo romanzo con tanto di trama e personaggi ben definiti. Ma piuttosto romance che novel ossia romanzo-contenitore».
VICENDE UMANE E DELL'ALDILÀ
Di vicende umane di oltreumani miraggi. «Un romanzo, dunque, oltre il tempo, programmaticamente inattuale e perciò come l'Angelus Novus di Paul Klee che vola verso il futuro con lo sguardo al passato, più attuale di tante cronachette abbarbicate ad un opaco e insensato presente». Infine conclude Di Grado: «Un romanzo - questo di Marotta - dove si può fare l'amore con tutto il peso dell'avidità e tenerezza, sensualità e spossatezza che il nostro corpo terreno ci prodiga oppure si può farlo in forma di impalpabile larva con la luce raggiante ma precaria, algida ma fecondatrice di un lampione e non basterebbe questo a dirne l'originalità?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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