IL LIBRO
Tutto parte da um biglietto. Lo scrive il protagonista Vincenzo alla ragazza, sua compagna di banco e amore segreto, ma che il destino e il futuro allontana. Nell'ultimo biglietto che Vincenzo le scrive, prima che le loro vite si dividano, dice: A te oltre il tempo il mio tempo. E sorge quindi un interrogativo: sarò possibile fermare il tempo e rincorrere le antiche passioni? Si possono riallacciare i fili di una relazione importante? È tutto racchiuso in questi interrogativi il nuovo lavoro di Lorenzo Marotta, siciliano di Aidone in provincia di Enna, giornalista e scrittore, collaboratore nella sezione cultura di molte testate giornalistiche e culturali, già autore di altri libri come Le Ali del Vento; Il sogno di Chiara, Una verità nascosta, e anche di alcune raccolte di poesia. Questa ultima fatica dal titolo Oltre il tempo (Castelvecchio Emersioni, 19.50 euro) è una sorta di romanzo ad incastro con due storie parallele: da una parte, un gruppo di ragazzi dell'entroterra siciliano con la passione dei libri e della filodrammatica; giovani che si disperdono dopo aver frequentato l'università e che, quindi, scelgono ognuno una strada. C'è chi avrà successo, chi meno. Questa è la vita. E c'è poi una seconda parte, quella dei cosiddetti racconti eretici dove ci si misura con le tante imposture a danno della libertà degli uomini. «Romanzo? - si chiede nella prefazione il critico letterario Antonio Di Grado - Si, certo romanzo con tanto di trama e personaggi ben definiti. Ma piuttosto romance che novel ossia romanzo-contenitore».
VICENDE UMANE E DELL'ALDILÀ
Di vicende umane di oltreumani miraggi. «Un romanzo, dunque, oltre il tempo, programmaticamente inattuale e perciò come l'Angelus Novus di Paul Klee che vola verso il futuro con lo sguardo al passato, più attuale di tante cronachette abbarbicate ad un opaco e insensato presente». Infine conclude Di Grado: «Un romanzo - questo di Marotta - dove si può fare l'amore con tutto il peso dell'avidità e tenerezza, sensualità e spossatezza che il nostro corpo terreno ci prodiga oppure si può farlo in forma di impalpabile larva con la luce raggiante ma precaria, algida ma fecondatrice di un lampione e non basterebbe questo a dirne l'originalità?».
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© RIPRODUZIONE RISERVATA Tutto parte da um biglietto. Lo scrive il protagonista Vincenzo alla ragazza, sua compagna di banco e amore segreto, ma che il destino e il futuro allontana. Nell'ultimo biglietto che Vincenzo le scrive, prima che le loro vite si dividano, dice: A te oltre il tempo il mio tempo. E sorge quindi un interrogativo: sarò possibile fermare il tempo e rincorrere le antiche passioni? Si possono riallacciare i fili di una relazione importante? È tutto racchiuso in questi interrogativi il nuovo lavoro di Lorenzo Marotta, siciliano di Aidone in provincia di Enna, giornalista e scrittore, collaboratore nella sezione cultura di molte testate giornalistiche e culturali, già autore di altri libri come Le Ali del Vento; Il sogno di Chiara, Una verità nascosta, e anche di alcune raccolte di poesia. Questa ultima fatica dal titolo Oltre il tempo (Castelvecchio Emersioni, 19.50 euro) è una sorta di romanzo ad incastro con due storie parallele: da una parte, un gruppo di ragazzi dell'entroterra siciliano con la passione dei libri e della filodrammatica; giovani che si disperdono dopo aver frequentato l'università e che, quindi, scelgono ognuno una strada. C'è chi avrà successo, chi meno. Questa è la vita. E c'è poi una seconda parte, quella dei cosiddetti racconti eretici dove ci si misura con le tante imposture a danno della libertà degli uomini. «Romanzo? - si chiede nella prefazione il critico letterario Antonio Di Grado - Si, certo romanzo con tanto di trama e personaggi ben definiti. Ma piuttosto romance che novel ossia romanzo-contenitore».
VICENDE UMANE E DELL'ALDILÀ
Di vicende umane di oltreumani miraggi. «Un romanzo, dunque, oltre il tempo, programmaticamente inattuale e perciò come l'Angelus Novus di Paul Klee che vola verso il futuro con lo sguardo al passato, più attuale di tante cronachette abbarbicate ad un opaco e insensato presente». Infine conclude Di Grado: «Un romanzo - questo di Marotta - dove si può fare l'amore con tutto il peso dell'avidità e tenerezza, sensualità e spossatezza che il nostro corpo terreno ci prodiga oppure si può farlo in forma di impalpabile larva con la luce raggiante ma precaria, algida ma fecondatrice di un lampione e non basterebbe questo a dirne l'originalità?».
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