IL LIBRO
Moderno. Antimoderno. Studi novecenteschi (pp.576 euro 35) di Cesare

Sabato 17 Aprile 2021
IL LIBRO
Moderno. Antimoderno. Studi novecenteschi (pp.576 euro 35) di Cesare De Michelis, curato da Giuseppe Lupo edito da Marsilio è un libro prezioso, non solo per i contenuti. Lo si capisce già tenendolo tra le mani. Un piccolo gioiello per materiali e fattura, con il progetto grafico di Lorenzo Sonnoli che rievoca le pubblicazioni di Aldo Manuzio.
È il primo volume di una collana che la casa editrice veneziana dedica a De Michelis, scomparso nel 2018, e ai suoi studi per celebrare i sessant'anni di attività della Marsilio e il suo fondatore: editore, fine intellettuale, ricercatore, una mappatura del Novecento letterario italiano, con luoghi, nomi, esperienze, circoli culturali, riviste, movimenti e allo stesso tempo autobiografia intellettuale. Un volume che raccoglie scritti frutto di quarant'anni di ricerca, dando ampio spazio a splendidi ritratti di autori con cui De Michelis ha condiviso il suo percorso vitale e intellettuale, con lucidità critica e partecipazione affettiva sapientemente trasmessa al lettore, da Vittorini e i suoi Gettoni a Camon, a Berto, a Magris, passando per Tomizza, De Benedetti, Lodoli, Tamaro, Del Giudice e molti altri concentrandosi sull'Italia del Nord.
In queste pagine non troviamo alcuna ricerca di verità assolute, ma un itinerario di idee, un'indagine dentro la cultura che non rispondeva solo ai criteri della bella pagina, un'analisi del valore politico di certi attraversamenti tematici come la guerra, la civiltà contadina, il mondo della fabbrica (da segnalare il saggio I romanzi della fabbrica), la frontiera, che del Novecento sono stati componente costitutiva e potente.
LE CONTRADDIZIONI
Dalle parole dello stesso De Michelis - Sono quarant'anni che il Novecento mi sfugge nella sua identità, eppure, in questo lungo periodo mi sono confrontato con personalità di piccolo e grande rilievo e con questioni più o meno generali, sempre cercando di cogliere i segnali di un'identità che mi sarebbe piaciuto riuscire a definire - Il titolo Moderno. Antimoderno evoca questa contraddittorietà che non riusciamo a risolvere.
Novecento, secolo tragico e doloroso, come nel saggio che apre il libro, che ha reso le attese, le utopie, le ideologie delle sue generazioni fallimentari, allargando l'universale senso di vuoto che aveva generato lo strappo con la tradizione, secolo dei regimi totalitari e guerre devastanti, del definitivo crollo della civiltà contadina, trasformazioni violente, orrori e libertà, a cui però ha contrapposto un benessere, una qualità della vita e uno sviluppo tecnologico senza precedenti nella storia.
Un'idea di romanzo novecentesco, altro saggio contenuto nel libro, ci dice che una convincente e credibile storia della letteratura novecentesca non si sia ancora riusciti a raccontarla, con una narrativa oscillante tra antiromanzo lirico, aubiografismo esistenziale e concitazione espressionistica. La letteratura per De Michelis non è mai stata commento, ma fattore di mutamento, sprone e argine, pur con tutte le sue polemiche e conserva tutta l'ambivalenza del Novecento. Un vissuto quotidiano narrato in termini di realismo semplice, oggettivo, senza cedimenti all'estetismo.
RIEPILOGO MORALE
Dalle parole del curatore Giuseppe Lupo nell'introduzione: Moderno. Antimoderno il libro di una ricerca intellettuale, un riepilogo morale della condizione umana al tempo delle maggiori trasformazioni politiche, economiche, sociali, tecnologiche, tanto da dilatare i riverberi in un lucidissimo esame di coscienza di una crisi cominciata con l'avvento del progresso e mai più ricomposta.
Massimiliano Nuzzolo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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