IL LIBRO
«Miei cari compaesani, chi l'avrebbe mai detto che in questa chiesa,

Domenica 27 Settembre 2020
IL LIBRO
«Miei cari compaesani, chi l'avrebbe mai detto che in questa chiesa, a Canale, dove io sono nato, dove ho giocato fanciullo, dove durante le vacanze, mi avete visto lavorare con la falce e col rastrello, in questa chiesa dove ho fatto la prima comunione, sono stato chierichetto, cantore, dove sono a confessare le mie birichinate e i miei poveri peccati, chi l'avrebbe mai detto che oggi sarei comparso con queste insegne a pontificare ed a pregare?». Così don Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I, parlava dal pulpito della Pieve di San Giovanni Battista a Canale d'Agordo. Era il 1959 appena diventato sacerdote.
È una delle tante testimonianze raccolte da don Ettore Fornezza, che per quasi dieci anni è stato accanto a Luciani prima come diacono, poi come prete e aiutante personale, in un prezioso libro intitolato Nostalgia di un sorriso (Associazione Oasi Papa Luciani Onlus, 15 euro) che sarà presentato lunedì 28, alle 18, alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia in occasione del 42. anniversario della scomparsa del papa bellunese- Un incontro con interventi di Franco Posocco, Guardian Grando di San Rocco, dell'arcivescovo Fabio Dal Cin e la presenza dell'autore. Modererà il giornalista Raffaele Rosa. Previsto un intermezzo musicale con il maestro Riccardo Parravicini. Ingresso libero. Poco prima, alle 17, nella chiesa di San Rocco verrà celebrata una messa di suffragio.
IL RICORDO
«Il sorriso - ricorda don Ettore - era la sua prerogativa, malgrado non ci si aspetti che un montanaro, un prete per di più, caratterizzi il suo modo di essere proprio con quel gesto che più avvicina i cuori della gente. Di quel sorriso provo grande nostalgia. Un sorriso che arrivava quando mi accoglieva nella sua stanza in Patriarcato, quando mi salutava al mattino e alla sera, quando pregava e quando celebrava la messa. Quando incontrava i veneziani, i parrocchiani della Diocesi e soprattutto i bambini: Albino Luciani li amava». Il libro ricco di fotografie, molte delle quali inedite, racconta un papa Luciani lontano dall'ufficialità, insieme alle persone più care, a coltivare i suoi studi che poi sarebbero diventati i suoi insegnamenti di vita fino a illustrare il suo apostolato tra il Bellunese, Vittorio Veneto, Venezia e infine i 33 giorni del suo Pontificato romano. Quello narrato da don Fornezza è quindi un viaggio nella memoria per un uomo che è ancora nel cuore della collettività. E sono probabilmente le testimonianze raccolta da Fornezza a renderci a tutto tondo la figura di Albino Luciani. Come quella che riguarda la tragedia del motoscafo 130 dell'azienda di trasporto veneziana che nella notte dell'11 settembre del 1970 si inabissò nel Bacino di San Marco dopo esser stato colpito da una tromba d'aria: 33 i morti. In quell'occasione, Luciani nominato da pochi mesi Patriarca di Venezia, seguì tutta la vicenda recandosi nella notte sulle rive di Sant'Elena per seguire da vicino tutta la fase dei soccorsi.
LA RIVELAZIONE
Racconta don Fornezza: «Il Patriarca rimase fermo immobile davanti al motoscafo affondato. Era come impietrito. Pregava e guardava. Ad un certo punto, ricordo, disse: Guardate, c'è qualcuno aggrappato su quella bricola. Andate a prenderlo. L'uomo si salvò. Siamo rimasti dalle 23 alle 3 del mattino là, in piedi, a seguire tutte le operazioni di soccorso». Un libro che vuole essere un omaggio ad un Papa durato troppo poco. «Il suo sorriso - sottolinea don Fornezza - quello che ha conquistato il mondo intero in 33 giorni era il suo marchio di fabbrica. Una chiave per aprire ogni porta, un biglietto da visita da lasciare a tutte le persone che lo conoscevano e lo incontravano». E laddove ci sono la biografia, le testimonianze e gli aneddoti su Papa Luciani, c'è soprattutto un omaggio alla sua terra, a quell'oasi che ora porta il suo nome in località Ghisel di Cencenighe, a due passi da Canale d'Agordo, frequentato da tanti giovani delle parrocchie veneziane. Un luogo come ebbe a dire lo stesso Luciani dove Il silenzio ci fa udire la voce di Dio.
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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