IL LIBRO
Ci sono libri che possono contare su una trama avvincente, originale

Sabato 16 Gennaio 2021
IL LIBRO
Ci sono libri che possono contare su una trama avvincente, originale e ben strutturata. Altri su personaggi memorabili che restano nel cuore del lettore. Altri ancora su una scrittura che, seppur scorrevole, sa essere ricercata ed evocativa. E poi ci sono quelli che riescono a mettere assieme tutte queste caratteristiche come quelli scritti dalla gemonese Ilaria Tuti, ormai giunta al suo quarto romanzo. Luce della notte è la terza vicenda che vede coinvolta il commissario Teresa Battaglia, donna risoluta ed indipendente che fa convivere al suo interno un carattere forte e un intelletto brillante assieme a dubbi esistenziali e timori per il futuro visto che il morbo di Alzheimer, i cui primi sintomi sono già visibili, la costringerà ad un lento affievolirsi.
LA DEDICA
La trama di Luce della notte si situa temporalmente tra le vicende narrate nell'esordio di Fiori sopra l'inferno e quelle del sequel Ninfa dormiente. Ilaria Tuti, dopo averci raccontato la storia delle portatrici carniche in Fiore di Roccia si rifugia nuovamente tra le braccia di Teresa e lo fa in un momento doloroso. La scrittura di quest'ultimo romanzo nasce infatti nel tentativo di metabolizzare e superare la perdita della nipote Sarah, portata via dalla malattia a soli 9 anni. Il romanzo ha dunque valore di rinascita per la scrittrice, ma vuole essere anche concretamente d'aiuto a chi sta percorrendo la stessa, dolorosissima strada. Infatti i proventi derivati dalle vendite verranno devoluti al CRO di Aviano per la ricerca sul Sarcoma di Ewing.
UNA BIMBA SPECIALE
E proprio dal sogno di una bambina speciale nasce la trama di Luce della notte. Chiara è costretta a vivere un'esistenza notturna. Una rara malattia, infatti, non le permette di sopportare la luce solare senza che il suo corpo si riempia di bolle ed eritemi. La bambina in una di queste nottate ha un sogno (o un'esperienza reale?) nella quale vede sotto un'acacia quella che pare essere la tomba di un bimbo. A cercare di risolvere il mistero vengono chiamati Teresa e il suo collega Marini, reduci dal caso di Andreas, il serial killer di Fiori sopra l'inferno e tutto sommato contenti di tenersi occupati durante le festività natalizie che li vedrebbero confrontarsi con la solitudine e i loro più intimi segreti.
IL MISTERO
In un paesino del Collio, al confine con la Slovenia, i due poliziotti si troveranno ad affrontare un mistero di 25 anni prima che li costringerà a misurarsi con le sofferenze dei profughi della cosiddetta rotta balcanica. Ma il romanzo racconta molto di più. È una riflessione sulla diversità e sulla conseguente solitudine, fatta di rapporti chiusi in un mondo a se stante: la cameretta piena di stelle di Chiara, ma anche la prigione del serial killer Andreas, oltre che un delicato pensiero sul futuro negato e sulla maternità rapita o impossibile come quella della profuga bosniaca Anbar o quella di Teresa, testimoniata da una profonda cicatrice addominale, che la poliziotta si tortura nei momenti di tensione. Alla fine si deve sbattere il naso contro la banalità del male, quella che muove il vecchio Pieri, ma anche con la speranza di un cambiamento come quello di Andreas che da mostro può far trasparire emozione e sensibilità e di Chiara che da persona evitabile diventa in qualche modo una supereroina. Perché si è pur sempre a Natale e, almeno nei libri, si può pensare ad un dolce finale, sapendo che comunque ci sarà sempre lassù un frammento d'infinito che risplende.
Mauro Rossato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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