IL FILM PIÚ ATTESO
Prima o poi in quella galassia lontana, lontana dovevamo

Venerdì 25 Maggio 2018
IL FILM PIÚ ATTESO
Prima o poi in quella galassia lontana, lontana dovevamo sapere come fosse trascorsa la giovinezza di uno dei personaggi fondamentali della saga: Han Solo, amato senza discussione dai fan fino alla morte, straziante e spettacolare avvenuta in Il risveglio della forza, per mano del figlio Kylo Ren.
UN NUOVO CAPITOLO
Ecco dunque come il secondo spin-off della serie sia interamente dedicata alla fase costruttiva del personaggio, che troviamo inizialmente fuggitivo, immerso nel viavai caotico di Corellia assieme a Qi'ra (Emilia Clarke), la prima fidanzata, dalla quale viene separato bruscamente, ma che ritroverà tre anni dopo, in un ruolo inaspettato. Fatta anche la conoscenza con il motivo per cui gli viene affidato il nome di Solo (non difficile da immaginare), scopriamo come Han sia diventato compagno di avventura dell'inseparabile Chewbacca (e come tutti i primi incontri non è esente da uno scontro iniziale) e successivamente come sia entrato in contatto con i personaggi cardine di questa puntata: Tobias Beckett (al solito il convincente Woody Harrelson), un capitano doppiogiochista che si fa padrino del ragazzo, al pari di Dryden Vos (Paul Bettany), una delle tante facce del Male. E come attraverso il lestofante Lando Calrissian (Donald Glover), che ritroveremo più avanti nella saga, si sia accaparrato il Millennium Falcon.
LE TRE CIME DI LAVAREDO
Diretto da Ron Howard (che ha sostituito in corsa la coppia Lord-Miller) e scritto dal veterano Lawrence Kasdan (parecchi film a suo nome sopratutto negli anni Ottanta) e dal figlio Jon, Solo A Star Wars story è un ridonante balocco divertente e scoppiettante, che punta essenzialmente (quasi) tutto sull'azione, come ad esempio nella spettacolare, lunga sequenza girata tra le Dolomiti, con le Tre Cime protagoniste di una scenografia mirabile, mentre un treno spaziale si avvita attorno alle montagne a mo' di serpente (ricordando lo Snowpiercer di Bong Joon-ho). Sul fronte narrativo, invece, il film paga inevitabilmente l'incapacità di reggere l'epica del personaggio principale: Alden Ehrenreich, pur carino e intraprendente, non riesce a conferire la malizia lazzarona di Harrison Ford, al quale bastava uno sguardo per entrare nella leggenda della saga.
PASSAGGI INTRIGANTI
Certo ci sono momenti intriganti come il finale dove diversi personaggi ribaltano le proprie azioni, in un carosello di inganni tuttavia abbastanza prevedibile; e l'umanità di L3-37 (l'androide femminile amata da Lando) stempera il fracasso in una lacrima inaspettata; ma tra ghiaccio e sabbia, luoghi terminali alquanto scontati, la storia arranca e in definitiva non si aggancia emotivamente al resto della saga, com'era avvenuto invece per il primo spin-off della serie Anthology Rogue One.
LO SGUARDO AL FUTURO
Restano il mcguffin dell'ipercombustibile coassio, la rotta di Kessel percorsa in meno di 12 parsec e una spolverata di ribellione; ma anche la sensazione di un giro quasi a vuoto di una saga inimitabile e interminabile.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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