IL DUELLO
VENEZIA Nella campagna elettorale più strana che si ricordi, a

Sabato 19 Settembre 2020
IL DUELLO
VENEZIA Nella campagna elettorale più strana che si ricordi, a catalizzare l'attenzione della città sono stati coloro che dall'inizio venivano indicati come gli antagonisti naturali, pur senza togliere nulla a tutti gli altri: il sindaco uscente Luigi Brugnaro e il sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta. Più irruento il primo, più pacato e sornione il secondo, entrambi hanno quasi monopolizzato gli spazi ricorrendo a tutti i mezzi che avevano a disposizione.
CANTIERI APERTI
Da una parte il sindaco uscente ha prodotto in questi ultimi mesi una valanga di aperture di cantieri, consegne di lavori e inaugurazioni, di opere che certamente sarebbero state comunque ultimate in questo periodo, ma che sono state sapientemente cadenzate a un ritmo quasi quotidiano. Come è successo nel caso della presentazione dei candidati di tutta la coalizione all'Arsenale, Brugnaro è stato criticato per l'utilizzo senza troppi problemi di spazi pubblici, anche se la foto di gruppo è stata fatta a bordo di un pontone galleggiante noleggiato allo scopo. Sono stati consegnati alloggi pubblici, sono stati dati contributi ad associazioni e risistemati spazi sociali che attendevano da anni.
IL GOVERNO IN CITTÀ
Baretta, dal canto suo, ha portato tra Venezia, le isole e la terraferma buona parte del Governo, con ministri e sottosegretari del suo partito (alcuni del Movimento 5 Stelle li ha portati Sara Visman, la candidata pentastellata di Ca Farsetti) i quali hanno, dall'alto delle loro cariche, promesso nuovi fondi per Venezia, annunciando tra l'altro per il prossimo mese la soluzione - si spera definitiva, almeno di breve periodo - per la questione delle navi da crociera. E, non meno importante, i lavori per il Mose stanno procedendo senza problemi come non accadeva da anni e le prove delle barriere mobili hanno mostrato a tutti che dalle acque alte catastrofiche Venezia può essere risparmiata già da questo autunno.
I SOLDI
La questione dei schei, i soldi per Venezia, è stata un altro punto fermo nello scontro a distanza tra i due. Brugnaro ha basato la sua campagna elettorale sul ce l'abbiamo fatta da soli, sul risanamento del bilancio che era stato trovato con le casse vuote e accusando il Governo di non aver dato soldi alla città. Per Baretta, invece, Brugnaro si è fatto bello con i soldi dello Stato, come è stato con l'acqua alta, di cui è stato gestore di fondi da Roma. E poi ha ricordato più volte tutto ciò che il Governo e il Pd hanno fatto per la città negli anni di amministrazione fucsia, pur essendo all'opposizione, come il quasi mezzo miliardo del Patto di Renzi, il Piano periferie, i 20 milioni per il rinnovo della flotta Actv.
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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