Il crollo del turismo pesa ma il sistema economico tiene

Venerdì 19 Febbraio 2021
CAMERA DI COMMERCIO
MESTRE Male, ma un po' meglio del previsto. I numeri del quarto trimestre 2020, snocciolati dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo e da Unioncamere Veneto, non sono tutti negativi e ci sono anche sorprese positive, ma il crollo del comparto turistico pone la provincia di Venezia al di sotto della media regionale e lontana dai livelli di Pil registrati nel 2019. E' un quadro in chiaroscuro quello illustrato dal Centro studi dell'ente camerale che ha analizzato lo stato di salute dell'economia veneziana e in particolare l'andamento dell'industria manifatturiera nel quarto trimestre di un anno segnato indelebilmente dalla pandemia. L'indagine VenetoCongiuntura ha monitorato l'andamento delle imprese manifatturiere con almeno 10 addetti, sulla base dei dati relativi alla produzione, al fatturato e agli ordinativi, cogliendo una tenuta dovuta principalmente alla domanda interna che non era affatto scontata dopo il crollo del secondo trimestre e il fisiologico rimbalzo del terzo trimestre. Nella media del 2020 la produzione manifatturiera veneziana ha subito un calo del 9,8 % rispetto al 2019, con un andamento inferiore rispetto alla media regionale, che ha registrato una flessione dell8,7%. Se raffrontati con gli stessi indicatori registrati nel quarto trimestre del 2019, nel Veneziano il valore della produzione risulta in calo del 3,4%, il fatturato cede il 4,3% mentre gli ordini interni ed esteri scendono rispettivamente del 3,8% e del 10%. A subire il calo più brusco è il settore tessile, calzaturiero e degli accessori, che ha visto una contrazione del fatturato pari a 174 milioni di euro. Rispetto al 2019 le nuove iscrizioni di imprese sono calate di quasi il 20%, passando da 4.363 a 3.498. Oltre al tessile, i settori più colpiti dalla pandemia sono stati quello agricolo, il commercio e il trasporto a fronte di un recupero dei comparti assicurativi e finanziari e dei servizi alle imprese (+2,3%). Sul fronte del mercato del lavoro in Veneto la provincia di Venezia è quella che ha patito il maggior saldo negativo, con una perdita di 6400 unità, un dato causato quasi interamente dal crollo del 62% degli arrivi e del 55% delle presenze turistiche.
«Il nostro territorio soffre come tutto il Paese osserva Mario Pozza, presidente Unioncamere del Veneto ma nonostante tutto siamo riusciti a contenere i danni. E se durante il secondo trimestre, la pandemia ha provocato un crollo del Pil del 20%, una volta superati i mesi più critici, le nostre imprese hanno ripreso a marciare e hanno prodotto numeri che hanno permesso di iniziare a recuperare le perdite. Il futuro dipenderà dalle politiche che saranno messe in campo dal nuovo Governo Draghi, che ha dato peraltro segnali importanti al mondo dell'impresa e della scuola. Le nostre aziende si salvano solo se sono competitive e per questo, insieme con le associazioni di categoria, il sistema camerale è sempre rimasto al loro fianco con ingenti investimenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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