Il Comune ha chiuso le sue sale espositive, un po' per la crisi un po' per mancanza

Lunedì 13 Luglio 2015
Il Comune ha chiuso le sue sale espositive, un po' per la crisi un po' per mancanza di attenzione e sensibilità di amministratori e cittadini. Non tutti, però, perché i soci riuniti nel "Cenacolo dei Dodici", nome ispirato al Cenacolo di Leonardo che ritrae l'Ultima Cena, hanno fatto rivivere l'antico oratorio di San Francesco alla Gazzera. E dallo scorso Natale lo tengono aperto quasi in continuazione organizzando mostre d'arte. Il primo espositore è stato Giuseppe Brombin, pittore e incisore nonché socio del "Cenacolo dei Dodici", e dopo di lui tanti altri. Costruita nel 1737, la chiesetta di via Gazzera Alta 96, sorge accanto a Villa Paganello-Fapanni-Volpi, una delle prime costruite dai nobili veneziani per la villeggiatura in terraferma. Il destino le ha unite per secoli perché fino a tutto il 1956 l'oratorio fu chiesa parrocchiale e la villa ospitò il patronato. Dopo che venne sconsacrata, la chiesetta cadde nell'abandono e fu magazzino e pollaio. La Sovrintendenza alle Belle Arti eseguì alcuni restauri conservativi ma il pericolo che l'edificio sparisse tra i rovi incombeva ed è stato il "Cenacolo dei Dodici" a salvarlo dall'oblio per restituirlo a nuova vita e dignità, anche se con i mezzi ridotti di cui dispongono i soci volontari e appassionati d'arte. «Continueremo con altre iniziative per promuovere artisti locali e non, che altrimenti non avrebbero spazi espositivi - spiega Brombin -, anche perché il Comune di Venezia quelli che possiede li ha chiusi e pensa agli artisti "in grande" internazionali che sono ampiamente coperti. E purtroppo le gallerie private a Mestre non sono da meno». (e.t.)
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