Il clan Maritan: vita da malavitosi

Mercoledì 6 Gennaio 2021
Il clan Maritan: vita da malavitosi
SAN DONÀ
Sono tutti in carcere, tra Padova, Vicenza e Pordenone. Compariranno davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia tra domani e venerdì. Arresti che hanno fatto scalpore in città, e non solo, quelli di Luciano, detto Cianetto, Maritan, 55 anni, e del padre Lino (79), nipote e fratello dell'ex appartenente alla Mala del Brenta, Silvano (73), pure lui indagato nella stessa inchiesta dei carabinieri di San Donà su un giro di estorsioni minacce, incendi dolosi e l'immancabile spaccio di cocaina, da sempre specialità di famiglia. Come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luca Marini, il trio risulterebbe al vertice di una nuovo sodalizio criminale teso a imporre la legge dei Maritan con il capo indiscusso, ovvero Silvano, a dettare le direttive persino da dietro le sbarre - è in cella per omicidio da novembre 2016 - e gli altri due a organizzare una banda di delinquenti abituali per riscuotere, più con le cattive che con le buone, prestiti non restituiti, smerciare droga, minacciare e intimidire chi sgarra. Sono altri cinque infatti le misure eseguite all'alba di lunedì dai militari dell'Arma tutti nel Veneto orientale: Riccardo Bortoletto, Roberto Francesco Filippini, Robertino Gaetani, Pier Luigi Guerrato, e Michele Poniciappi. Personaggi non certo di spicco, ma conosciuti nel mondo della criminalità locale, con una vita fatta di espedienti e lavori saltuari.
I PROFILI
Il nome di Bortoletto, 48 anni, di Musile, ufficialmente imbianchino, è noto alle cronache dei giornali fin dalla metà anni Novanta, quando con un gruppo di minorenni rubava bici e motorini a Jesolo per poi smontarli e rivendere i pezzi. Si potrebbe definire il braccio operativo di Cianetto, pronto a obbedire a tutti gli ordini. È lui infatti, secondo l'accusa, l'autore materiale dei due incendi che hanno distrutto nel gennaio e nel giugno scorso, i furgoni della ditta del cognato di Matteo Buriollo, reo di non saldare il credito maturato con i Maritan. E appena lo scorso dicembre, sempre insieme a Cianetto, è stato condannato a un anno e 4 mesi per tentata estorsione. Da un po' di tempo divide la sua casa con Poniciappi, 56 anni, nativo di Roma, che nel 2021 ha patteggiato 14 mesi per rapina a una anziana sorpresa all'uscita dalle poste di Mussetta dove aveva ritirato la pensione. Gaetani, 55 anni, di San Stino, con il vizio delal coca, alle spalle ha precedenti per reati finanziari, lesioni e percosse. Nella sua pagina facebook, Guerrato, 55 anni, di San Donà, si qualifica cuoco: risulta coinvolto in operazioni antidroga. Infine Filippini, 45 anni, l'unico foresto, il siciliano, trapiantato da tempo da queste parti: da Concordia Sagittaria, ha spostato la residenza a Cordovado, ma di fatto è domiciliato a San Michele: nel 2013 ha patteggiato due anni e tre mesi per la rapina al Lidl di Portogruaro, accusato di essere il basista per tre suoi concittadini catanesi, trasfertisti.
Tutti soggetti che, stando alle risultanze investigative, i Maritan, e nella fattispecie Cianetto unico a essere ancora libero fino a due giorni fa, si servivano a vario titolo per localizzare eventuali vittime ma soprattutto per spacciare.
Monica Andolfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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