IL CASO
VENEZIA Gli albergatori che non hanno versato alle amministrazioni comunali

Lunedì 27 Dicembre 2021
IL CASO
VENEZIA Gli albergatori che non hanno versato alle amministrazioni comunali la tassa di soggiorno riscossa per loro conto non vanno sanzionati penalmente, né in relazione ai fatti successivi all'entrata in vigore del decreto rilancio della primavera del 2020 (che per primo eliminò per loro il peculato), né in relazione ai periodi precedenti.
A stabilirlo è la legge 215 dello scorso 17 dicembre (pubblicata in Gazzetta ufficiale il 20 dicembre) che, all'articolo 5 quinquies, fornisce l'interpretazione autentica di una norma finora controversa: dalla sua entrata in vigore, infatti, è pacifico che gli albergatori non sono più penalmente perseguibili se trattengono (o versano in ritardo) la tassa di soggiorno, ma possono essere puniti soltanto con sanzioni amministrative.
Nel cancellare il peculato per gli albergatori il legislatore, aveva però dimenticato di indicare il regime transitorio, ovvero come dovesse essere trattata la posizione di coloro i quali non avevano versato la tassa di soggiorno prima dell'entrata in vigore di quel decreto. Secondo la Cassazione continuavano ad essere responsabili di peculato, reato che prevede pene detentive molto alte. D'ora in poi, grazie alla legge 215 del 2021 non sarà più così.
NUOVI CONTENZIOSI
Anche l'interpretazione autentica, però, non è chiara quanto dovrebbe e dunque apre la strada a nuovi contenziosi poiché non precisa se per il passato gli albergatori siano tutti passibili di sanzione amministrativa al posto di quella penale, oppure se l'entrata in vigore del nuovo regime sia da considerarsi per loro un vero e proprio colpo di spugna. Ci sarà da lavorare ancora per gli avvocati.
Soltanto a Venezia sono a centinaia i casi di albergatori che, nel corso degli anni, si sono dimenticati di versare la tassa di soggiorno, con danno per le casse comunali di centinaia e centinaia di migliaia di euro. La pesante sanzione penale del reato di peculato finora aveva portato a ottimi risultati: pur di poter patteggiare ed evitare il carcere, gli albergatori disonesti (o semplicemente distratti) erano dovuti a restituire tutti i soldi non versati. Molto probabilmente in futuro non sarà più così.
Il provvedimento, voluto per aiutare gli albergatori in una fase difficile come quella del Covid, rischia non incentivarli a fare il loro dovere e premia chi si è comportato in maniera scorretta invece di chi ha sempre versato puntualmente la tassa di soggiorno riscossa per conto del Comune.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci