IL CASO
Un addio burrascoso sta scuotendo il Maggio musicale fiorentino. Il veneziano

Giovedì 18 Luglio 2019
IL CASO
Un addio burrascoso sta scuotendo il Maggio musicale fiorentino. Il veneziano Cristiano Chiarot lascia il ruolo di soprintendente della prestigiosa fondazione di Firenze, dopo che il sindaco Dario Nardella ha nominato come presidente Salvatore Nastasi, renziano di ferro, ex direttore generale spettacolo del ministero della Cultura fino al 2015. Una scelta di peso, in un ruolo che finora era stato ricoperto dal sindaco, che è stata come uno schiaffo per il soprintendente, arrivato nel 2017 direttamente dalla Fenice di Venezia. A Firenze se ne parla da giorni, in un crescendo di dichiarazioni al veleno tra i vari protagonisti. E di ieri è la notizia che anche il direttore musicale del Maggio musicale, Fabio Luisi, ha deciso di lasciare. Per le «incomprensibili scelte strategiche degli ultimi giorni», scrive della sua lettera di dimissioni a Nardella e Chiarot, mettendo in guardia dalla «svolta di natura politica alla gestione del Maggio che necessariamente si rifletterà (e dei cui prodromi mi sono accorto da tempo) sulla programmazione artistica».
La situazione è precipitata negli ultimi giorni. Nardella prima ha dichiarato di aver condiviso con Chiarot la nomina di Nastasi, spiegando poi che il soprintendente non poteva essere confermato perché prossimo alla pensione (compirà 67 anni a dicembre). «Una bugia, quella su Nastasi - ribatte Chiarot - Io ho sempre detto al sindaco che sarei rimasto solo se lui restava alla presidenza. Se invece cambiava la governance doveva trovarsi un altro soprintendente. Questo ho detto e Nardella lo ha sempre saputo, il resto fa parte dell'ambaradan della politica». Chiarot non vuole attaccare il nuovo presidente: «Non ho problemi con Nastasi. Ma so che ha la sua configurazione, non è un presidente non operativo. Prevedendo corti circuiti, ho detto che si trovino un altro soprintendente». Quanto all'età pensionabile richiamata da Nardella, «non è una questione di cui deve preoccuparsi il sindaco - precisa, piccato, Chiarot - Ho trasmesso vari pareri legali secondo cui non c'è questo ostacolo. Non ho intenzione di andare in pensione. Ma quel che farò non lo so, è successo tutto così in fretta». Ovvio, a Venezia, il pensiero che Chiarot possa essere un candidato sindaco per il centro sinistra da contrapporre, il prossimo anno, a Brugnaro. «Non esiste! - rispondere, ridendo, Chiarot - L'unica candidatura che accetterei è per fare il papa. Abitando a Firenze la megalomania mi si è trasferita per osmosi». L'unica certezza, allora, resta proprio l'addio al Maggio fiorentino, dopo poco più di due anni. «Sono stati due anni molto belli, abbiamo fatto cose importanti - conclude -, e in questi giorni sto ricevendo tanti messaggi di solidarietà dalla città che non mi sarei mai aspettato».
R.Bru.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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