Il caso Polanski, una storia infinita e l'Academy lo tiene fuori dagli Oscar

Domenica 21 Aprile 2019
IL CASO
Polanski-Oscar, la guerra continua. L'85enne cineasta franco-polacco ha fatto causa all'Academy che nel maggio 2018 l'aveva espulso «in accordo con il codice di condotta» varato dopo il caso Weinstein: al regista di Rosemary's Baby, vincitore della statuetta nel 2003 per Il pianista, veniva addebitata la violenza sessuale da lui commessa nel 1977 sulla 13enne Samantha Geimer, e tuttora oggetto di un'irrisolta disputa giudiziaria in America malgrado il perdono espresso dalla vittima. Polanski ha portato in tribunale l'Academy of Motion Picture Art and Sciences perché, secondo lui, l'avrebbe espulso senza seguire «in modo appropriato» il protocollo in quanto le accuse nei suoi confronti «non erano sostenute da prove». E senza ascoltarlo. Il regista ha chiesto pertanto di essere riammesso.
LA REPLICA
Ma la replica della potente istituzione che assegna gli Oscar non si è fatta attendere. «Le procedure adottate per espellere Polanski sono state giuste e ragionevoli», ha dichiarato un portavoce dell'Academy che pertanto «rimane sulla propria decisione». Questa nuova disputa, ultimo capitolo della tormentata vicenda giudiziaria che da 42 anni tiene il regista lontano dagli Stati Uniti e lo ha già portato in carcere per due volte (nel 1977 Roman scontò 42 giorni e nel 2009 finì nuovamente dietro le sbarre in Svizzera), prende corpo proprio mentre in Francia Polanski sta dando gli ultimi ritocchi al suo nuovo film J'accuse, dedicato al caso di Alfred Dreyfuss (il soldato ebreo francese accusato ingiustamente, alla fine dell'Ottocento, di essere una spia per i tedeschi), interpretato dal premio Oscar Jean Dujardin e da Louis Garrel, coprodotto da Luca Barbareschi.
L'ANNIVERSARIO
Ma le coincidenze non finiscono qui. In estate uscirà (forse preceduto da un'anteprima a Cannes) il nuovo film di Quentin Tarantino Once upon a time in Hollywood, ambientato alla fine degli anni Sessanta in California, interpretato da Brad Pitt e Leonardo DiCaprio, dedicato in buona parte ai delitti di Charles Manson: le polemiche sono già scoppiate per il fatto che lo sbarco in sala avvenga in concomitanza con il 50mo anniversario della strage di Bel Air in cui venne trucidata anche Sharon Tate, la moglie incinta di Polanski (interpretata da Margot Robbie). E, c'è da scommetterlo, non si placheranno. Costringendo ancora una volta il regista di Chinatown a fare i conti con le tragedie del suo passato.
Gloria Satta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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