IL CASO
La parabola umana di Albino Luciani si è conclusa il 29 settembre

Sabato 4 Novembre 2017
IL CASO
La parabola umana di Albino Luciani si è conclusa il 29 settembre 1978, con una morte inaspettata, dopo soli 33 giorni di regno. La scomparsa di Giovanni Paolo I sollevò un'onda di incredulità in tutto il mondo. Morì di infarto lo provano i documenti medici, finora segreti, che per la prima volta vedono la luce. All'epoca la scelta del Vaticano di escludere l'autopsia e alcune bugie strategiche furono sufficienti per alimentare la leggenda nera. Da quel momento le cronache iniziarono a sfornare speculazioni, avvalorando gialli e presunti complotti di nemici inesistenti.
BUGIE E RAGIONI
All'origine della narrazione noir la decisione di diffondere alcuni particolari falsi circa le ore successive al ritrovamento del corpo. Tutto per non dire che, quella mattina, fu una donna, suor Vincenza Taffarel che lo accudiva da tanto tempo, a scoprire il cadavere. Una pruderie inutile. Suor Vincenza lo ritrovò immobile, con il capo leggermente reclinato in avanti, due fogli in mano, la luce dell' abat-jour ancora accesa. Invece fu detto che fu il suo segretario a scoprire il decesso. La seconda bugia riguardava ciò che il Papa stava leggendo: due fogli di carta dattiloscritta, un appunto per l'udienza generale del giorno successivo. Anche in questo caso dal Palazzo Apostolico partì il tam tam che Papa Luciani era morto leggendo Le imitazioni di Cristo.
LE CARTE
La pubblicazione integrale dei documenti medici sulle condizioni di salute del pontefice (inclusi nel processo di beatificazione giunto alle battute finali) riesce a dissipare ogni ombra. Il dottor Renato Buzzonetti, medico vaticano assieme al dottor Da Ros, medico curante a Venezia di Luciani, certificarono la morte rappresentata da malattia cardiovascolare. Cardiopatia ischemica da aterosclerosi coronarica. In famiglia vi era familiarità a questa patologia, vi era stato, tre anni prima, un pregresso spasmo o tromboembolia della arteria centrale della retina dell'occhio sinistro che necessitò di un ricovero a Mestre, infine l'uso di Gratusmidal, medicinale che contiene dosi di strofanto, un cardiocinetico. Dai referti emerge che la sera della morte, attorno alle 19,30, il Papa ebbe un dolore protratto per oltre 5 minuti localizzato nella regione sternale. Si verificò mentre era seduto per la recita della compieta con il segretario, padre Magee. Il Papa portò ripetutamente la mano sul petto, il dolore era abbastanza forte, ma era un disturbo che il Santo Padre aveva già sperimentato in precedenti occasioni e che interpretava come di natura reumatica. Un sintomo al quale nessuno prestò attenzione. (F.G)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci