I canali navigabili si interrano: protesta a Venezia

Mercoledì 12 Febbraio 2020
CHIOGGIA
Preoccupati a causa dell'interramento dei canali navigabili, gli operatori portuali di Chioggia sfileranno giovedì a Venezia a bordo di una chiatta e di altre imbarcazioni. Ideata da Assoagenti Veneto, la manifestazione ha ottenuto l'appoggio di tutte le sigle cui fanno capo gli imprenditori marittimi locali e di Confindustria. Significativa, l'adesione dell'Autorità di Sistema Portuale. Il Comitato per il rilancio del porto attacca duramente le autorità governative, sinora rivelatesi incapaci di fissare un protocollo preciso per lo smaltimento dei fanghi e delle sabbie provenienti dai dragaggi. Il colmo consiste nel fatto che il finanziamento per i dragaggi è disponibile ormai da parecchi mesi. Gli operatori sono esasperati a causa del progressivo crollo dei traffici, conseguente alla riduzione dei pescaggi. Ormai, anche le navi di stazza medio-piccola non riescono più a raggiungere le banchine senza correre il rischio di finire in secca. L'ultimo incidente risale all'estate scorsa. La protesta è condivisa anche dai sindacati dei lavoratori portuali i cui rappresentanti, nel dicembre scorso, avevano inutilmente manifestato le proprie preoccupazioni alla Commissione di salvaguardia. Nulla di fatto nemmeno nel corso dell'ultima riunione del Comitatone.
RIPETUTI ARENAMENTI
«Il problema commenta il portavoce del Comitato per il rilancio del porto Alfredo Calascibetta accomuna Val da Rio a Marghera. A Chioggia, però, la situazione è drammatica. Mentre, a causa delle secche, Venezia deve rinunciare alle grandi navi, Val da Rio corre addirittura il rischio di chiudere. I ripetuti arenamenti hanno già indotto numerosi armatori a cancellare lo scalo dai propri porti di riferimento». Gli operatori ritengono che buona parte dei fanghi potrebbe essere scaricata, seppur in via provvisoria, all'Isola delle Trezze, già adibita a discarica una trentina d'anni fa. Per le sabbie prelevate dai canali navigabili della laguna meridionale (sedimenti non pericolosi) potrebbero, invece essere indicati altri luoghi sinora inutilizzati. Ad esempio, la penisola incolta vicina a Brondolo, assai bassa rispetto al medio mare il cui piano di campagna potrebbe essere innalzato proprio con il materiale prelevato dai fondali.
Roberto Perini
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