Ha distrutto il cippo per vendicarsi

Sabato 20 Aprile 2019
Ha distrutto il cippo per vendicarsi
CASO RISOLTO
MESTRE Le baby gang, in questo caso, non c'entrano nulla. A sfregiare il monumento di Antonio Lippiello, il sovrintendente della polizia di Stato morto tragicamente il 7 gennaio del 2000 durante un'operazione antidroga, non sono stati, come si era ipotizzato in un primo momento, i ragazzini terribili che da mesi stanno tenendo sulla corda le forze dell'ordine della città. Il responsabile è un 25enne veneziano che però non ha colpito a caso: voleva abbattere proprio quella stele di marmo perché il suo scopo era vendicare uno sgarro (a suo dire imperdonabile) subito da un'amica: la figlia dello stesso Lippiello.
INDIVIDUATO
La squadra mobile ci ha messo una settimana per risolvere il caso. Il 12 aprile, qualcuno aveva fatto a pezzi il monumento dedicato al poliziotto morto in servizio, lasciando sul posto, la rotatoria di via Castellana all'uscita della tangenziale, la mazza con cui aveva compiuto il gesto. Il vandalo però non si era accontentato di distruggere il cippo, ma aveva anche rubato la riproduzione ornamentale della placca della polizia di Stato. A incastrare il giovane teppista sono state le immagini delle telecamere autostradali, acquisite dagli investigatori il giorno stesso dell'accaduto. In quei filmati, infatti, si vedeva arrivare qualcuno in bicicletta nella tarda serata dell'11 aprile. Il 25enne si sarebbe fermato davanti al cippo per poi scavalcare la recinzione e colpire più volte il monumento con una mazza. Nel video, si vedeva chiaramente anche il responsabile rubare la placca. A quel punto, le indagini avevano un obiettivo da raggiungere: individuare quel giovane. Grazie alle loro ricerche, gli investigatori sono riusciti a risalire al colpevole.
VENDETTA E DENUNCIA
L.S., 25 anni, davanti ai poliziotti ha subito ammesso le sue responsabilità. Quello che è emerso, quindi, è che il giovane non ce l'aveva con la polizia in generale, né tantomeno con il sovrintendente, scomparso quando lui aveva più o meno cinque anni. Il suo obiettivo era però la figlia di Lippiello, amica con cui aveva avuto un banalissimo screzio. Una scaramuccia tra ragazzi, che il 25enne però, evidentemente, ha preso decisamente male, tanto da giurarle vendetta. A quel punto ha messo in atto il suo piano rudimentale, convinto di passarla liscia, nonostante le telecamere e nonostante avesse lasciato persino quella grossa mazza sul posto: indizi equivalenti a una firma. Il giovane ha poi spiegato agli investigatori come recuperare la placca, che aveva lanciato la stessa sera nel canale lungo via Terraglio. I sommozzatori della polizia, al lavoro per ore, sono riusciti a recuperarla all'altezza dell'incrocio con via Bergamo. Il ragazzo non se la caverà con una lavata di capo: la polizia l'ha denunciato per danneggiamento aggravato e furto aggravato.
RICOSTRUZIONE
Il cippo, come annunciato dal sindaco Luigi Brugnaro e dal questore Maurizio Masciopinto, verrà ricostruito in tempi brevi. Soddisfazione anche tra i sindacati di polizia, profondamente indignati nei giorni scorsi per un episodio tanto increscioso. «Bene aver individuato il responsabile - commenta Mauro Armelao, dell'Fsp - ora chieda scusa alla polizia e ai famigliari di Totò e di tasca propria paghi il rifacimento totale del cippo». «Il ricordo dell'amico Totò non potrà mai essere minimamente scalfito da nulla - aggiunge Diego Brentani, segretario provinciale del Siulp - Ora con l'incondizionato appoggio del Comune, sono state già intraprese tutte le iniziative per ripristinare il monumento». «Grazie alla squadra mobile per aver individuato e denunciato chi ha commesso un atto tanto indegno - prosegue Francesco Lipari, segretario provinciale del Coisp - quanto è accaduto è di una violenza inaudita, quel cippo ricorda alle generazioni future che un eroe ha perso la sua vita per il bene della collettività».
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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