Grande Gioco a Venezia Le foto di Cartier Bresson

Giovedì 12 Settembre 2019
L'ANNUNCIO
Il classico colpo di teatro è arrivato - come vuole la tradizione - alla fine dell'incontro. E ci ha pensato il direttore di Palazzo Grassi, Martin Bethenod. Dal carnet delle iniziative e degli incontri culturali in programma al Teatrino, ormai diventato punto di riferimento per la cultura veneziana, arrivano le nouvelles sulle prossime mostre della Fondazione Pinault. E sarà un gioco, anzi Le Grand Jeu, un'esposizione dedicata al grande fotografo Henri Cartier Bresson, che si terrà dal 22 marzo 2020 al gennaio 2021, che metterà in mostra alcuni capolavori in bianco e nero dell'artista francese. Ma non sarà solo una rassegna di grandi, bellissime fotografie, sarà un divertimento perchè il progetto, ideato e coordinato da Matthieu Humery, ha previsto l'«arruolamento» di cinque prestigiosi curatori della mostra, i quali hanno spulciato in particolar modo la Master Collection fatta di 385 immagini del fotografo.
CINQUE BIG
I cinque prescelti sono stati: la fotografa Annie Leibowitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la ricercatrice Sylvie Aubenas e il padrone di casa, il finanziere Francois Pinault. Nell'ampio carniere delle immagini di Cartier Bresson, tutti hanno pescato cinquanta foto che esporranno come meglio vorranno, accompagnandole con descrizioni e riflessioni sulla loro scelte. E se ci saranno delle scelte doppie? Bethenod risponde con flemma: «Sarà ancora più divertente... Soprattutto per capire come motiveranno le loro scelte. Se poi fossero tutte uguali (ride) sarebbe pazzesco!».
SUGGESTIONE EGIZIANA
Le Grand Jeu verrà allestita al pian terreno e al primo piano di Palazzo Grassi e dialogherà (altro gioco, altra corsa) con le immagini esposte al secondo piano per la mostra dell'artista egiziano Youssef Nabil dal titolo Once upon a Dream che, con la tecnica tradizionale nel mondo arabo utilizzata per i ritratti fotografici di famiglia e per i manifesti dei film che popolavano le strade de Il Cairo, presenterà foto successivamente dipinte a mano dallo stesso Nabil, dando così una suggestione struggente di un Egitto leggendario. «L'esposizione - è stato spiegato - vuole essere una immersione nella carriera di questo artista attraverso il suo percorso, dai primi lavori alle opere più recenti». La mostra è curata sempre da Matthieu Humery e Jean Jacques Aillagon. Infine, l'ultima tranche della proposta della Fondazione Pinault, questa volta alla Punta della Dogana. Qui, sempre dal 22 marzo, aprirà Untitled 2020 a cura di Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e allestita da Thomas Houseago. A quest'ultimo, in particolare, è stato dato il compito di studiare un progetto espositivo in sale tematiche con opere di 60 artisti contemporanei provenienti dalla collezione Pinault, da musei e da privati. Le opere verranno sistemate in senso centripeto partendo dal Cubo di Tadao Ando (che rappresenterà lo studio di Houseago, allargando verso le altre sale in un gioco concentrico tra arte e riflessione.
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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