GIUSTIZIA
VENEZIA La Camera penale veneziana è preoccupata di fronte all'annunciato

Domenica 17 Febbraio 2019
GIUSTIZIA
VENEZIA La Camera penale veneziana è preoccupata di fronte all'annunciato giro di vite sul fronte delle prescrizioni di sicurezza che starebbe per essere varato a seguito dell'ispezione svolta nel carcere femminile della Giudecca da parte di una Commissione ministeriale. Ispezione scaturita dalla morte dell'agente di polizia penitenziaria Maria Teresa Trovato Mazza, detta Sissi.
Gli avvocati sono sconcertati di fronte all'ipotizzato possibile abbandono della sorveglianza dinamica all'interno del carcere, nonché alla limitazione dei contatti con l'esterno. «Si rammenta che l'adozione della sorveglianza dinamica, conseguente alla sentenza la Corte EDU ha condannato nel 2013 l'Italia per il trattamento inumano e degradante imposto ai reclusi a cagione delle carceri sovraffollate, ha consentito di migliorare lo stato di detenzione e, soprattutto, di riportare l'Italia a standard di civiltà che dovrebbero essere consoni a tutti gli Stati», si legge in un comunicato, nel quale viene definita «incomprensibile la ratio di misure che riverberano i loro effetti sulle detenute a fronte di un episodio che giammai è stato ricondotto alle stesse». Secondo la Procura Sissi si è suicidata in ospedale.
I penalisti sottolineano come il carcere femminile di Venezia si sia «sempre distinto come esempio paradigmatico sulla via della attuazione di quel finalismo rieducativo della pena evidenziato dall'art. 27 della Carta costituzionale» e temono che le misure delineate «potrebbero annichilire gli strumenti volti al recupero sociale delle detenute, affliggendo ulteriormente le stesse in maniera ingiustificata», creando pregiudizi anche alla tanto reclamata sicurezza.
In attesa di conoscere più approfonditamente il contenuto della relazione degli ispettori ministeriali la Camera penale veneziana ribadisce di essere al fianco degli operatori penitenziari, istituzionali e volontari, «che operano in maniera quotidiana affinché la privazione della libertà in carcere avvenga nel rispetto delle persone e della loro dignità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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