Ginevra comincia dalla fine Quando la morte è cosa viva

Giovedì 12 Settembre 2019
IL LIBRO
Il comunicato stampa che accompagna la copia arrivata in redazione di Perché comincio dalla fine di Ginevra Lamberti (Marsilio romanzi), contiene molte citazioni dalle firme autorevoli che ne tessono già le lodi. Si ha voglia di prenderlo in mano e come previsto lo si legge in un fiato. Una storia che è tante storie insieme. E che comincia dalla fine, appunto. Ovvero dalla morte. Marco Desiati scrive: «Ginevra Lamberti flirta con il grande tabù di quel che chiama il giorno in cui. La distanza e la rimozione della morte diventano il terreno per un racconto che unisce delicatezza, compassione e un pizzico di irriverenza, il tutto sostenuto dalla vitalità della sua scrittura sorprendente»; Sandro Veronesi aggiunge: «Ginevra Lamberti fa piangere, fa ridere e sa scrivere». Tutto vero, ma questa giovane autrice (di cui si sa che vive a Venezia, che ha scritto racconti tradotti in tedesco e cinese e che ha pubblicato il suo primo libro nel 2015, La questione più che altro, Nottetempo ed.), dimostra anche di sapere indagare bene la realtà, quella di cui si parla poco, che in genere si preferisce ignorare e che pure ci circonda. Fosse un film verrebbe da chiamarlo docufiction.
LA REALTÀ
La protagonista, Ginevra (stesso nome dell'autrice e il sospetto è che non sia un caso) parte in questo suo viaggio attorno alla fine, constatando di non avere un posto dove farsi inumare quando verrà il momento. È il pretesto per andare a conoscere chi con la morte ha a che fare. Per mestiere e perfino per passione. E si rivelano scorci inattesi. Porta il lettore con lei al cimitero sulla collina, «..dove in cinque minuti hai fatto il giro di lapidi, loculi e ossario..» e che non è certo come il Verano di Roma, «..non lo so come si fa in posti così abnormi a trovare qualcuno che neanche ci sono i citofoni». E poi si va a incontrare, tanto per nominarne alcuni, Alessandro Taffo della romana Taffo Funeral Service, una delle imprese funebri leader del settore; i designer Anna Citelli e Raoul Bretzel che hanno disegnato la bara-uovo o bara-seme, Capsula Mundi; Anselma che ha creato con altri una cooperativa per disperdere e interrare le ceneri di uomini e animali ai piedi degli alberi, in un bosco ad Urbe, in provincia di Savona; Ines Testoni dell'università di Padova, direttrice e coordinatrice del Master Studi sulla morte e sul morire. Ginevra non si accontentata della superficie, va a fondo con ironia. Apparentemente fuori tema, fa entrare anche la vita di tutti i giorni: è il cosa faccio quando non sto scrivendo. Ci spiega che gestisce a Venezia camere in affitto per i pellegrini globali, ovvero per i turisti. E così facendo apre il sipario su uno dei mestieri più in auge del momento, pur essendo tra i più negletti. L'autrice incontrerà i lettori oggi alle 20 alla Libreria Marco Polo di Venezia, ma anche il 20 settembre, ore 19, al Festival Pordenonelegge (Ridotto del Teatro Verdi, Pordenone).
Giulietta Raccanelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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