Gentile direttore,
sono passati trent' anni dalla morte del grande scrittore

Venerdì 18 Maggio 2018
Gentile direttore,
sono passati trent' anni dalla morte del grande scrittore e giornalista: Enzo Tortora. Una persona buona che il buon Dio aveva fatto nascere in questa difficile terra, per portare speranza. Enzo era un uomo dal cuore nobile, una di quelle persone che hanno lasciato una scia da imitare con il nostro vissuto. Era seguito in televisione da milioni di persone che attendevano la sera per dimenticare l'asprezza della vita. Con il suo programma: Portobello, sapeva donare momenti di serenità. La sua vita di uomo di spettacolo e di uomo sincero fu turbata dal suo arresto e da accuse terribili. La notizia della sua vicenda giudiziaria riempì le pagine dei giornali ed i notiziari della televisione. Non riuscirò mai a cancellare dalla mia mente il volto disperato di Enzo con le manette ai polsi, e l'aria incredula di chi ha appena appreso di essere entrato in un incubo. Non credo vi sia maggiore disperazione nel vedersi accusare di qualcosa di cui non si è colpevoli. I suoi occhi avevano l'espressione di chi non riusciva a reagire per il colpo subito. Non potrò mai dimenticare la sua voce tremante legata alla terribile malattia che l' ha portato in Paradiso. Il buon Dio l' ha voluto tra i suoi angeli. Vorrei ricordare di lui, che era un giornalista tra i più raffinati e aveva scritto pagine memorabili di pugilato. Questi articoli li ho trovati nelle raccolte del settimanale L'intrepido . Sono passati trent' anni dalla morte di Enzo Tortora, il suo volto buono ha arricchito il paradiso, ma ha impoverito la terra.
Emilio Del Bel Belluz
Motta di Livenza (Tv)

Caro lettore,
come scrisse Giorgio Bocca la vicenda di Enzo Tortora è stato il più grande esempio di macelleria giudiziaria della storia del nostro Paese. La tragedia di questo uomo perbene, arrestato e condannato solo sulla base di rivelazioni di pentiti rilevatesi poi totalmente false, è un sopruso che ancora oggi, a 30 anni di distanza, tormenta le nostre coscienze. Con Tortora è stata scritta una delle pagine peggiori della storia della nostra giustizia. Ma anche il giornalismo non diede grande prova di sè: grandi firme e testate si divisero tra colpevolisti e innocentisti più sulla base di simpatie e sensazioni che di dati di fatto o di inchiesta. E deve far riflettere una cosa: per la barbarie consumata contro Enzo Tortora nessuno ha pagato. Non i magistrati che commisero l'errore clamoroso di farlo arrestare e poi condannare. Non i pentiti che lo accusarono ingiustamente. E questa è l'ultima ingiustizia che Tortora ha dovuto subire.
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