Fascino e mistero tra mare e foresta

Venerdì 11 Ottobre 2019
Fascino e mistero tra mare e foresta
Un film di grande fascino e mistero. Inafferrabile, silenzioso, che parla di vivi e morti, di gente che prende il posto di altre persone, di una tragedia che si consuma nella seconda metà degli anni 10 (quella dei Rohingya, ai quali il film è dedicato, gruppo etnico islamico, che vive nel Nord del Myanmar, oggetto di repressioni continue). Un giovane pescatore trova un uomo ferito: lo soccorre e tra i due nasce un'amicizia molto intensa. L'uomo ferito non parla, il pescatore invece d'improvviso sparisce. La radicalità dello sguardo e la magia della messa in scena, tra le foreste thailandesi che sembrano abitate più da fantasmi che da animali pericolosi, fanno di Manta Ray il precipizio ciclico della vita, che il regista illustra in una sensualità di corpi, in una visione ipnotica e cangiante, dove il reale si spossessa di ogni solido legame e sfocia in una dimensione onirica e liquida. Siamo dalle parti di Apichatpong Weerasethakul, di quel cinema ebbro della natura, dei lamenti di una terra sovrana tra luciccanze eterne, dove si raccontano favole incomprensibili e seducenti, mentre negli abissi ondeggiano le mante. Fatevi rapire, ne sarete stupefatti.
adg
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