ERACLEA
Era un gruppo organizzato quello che operava assieme Luciano Donadio

Martedì 23 Febbraio 2021
ERACLEA Era un gruppo organizzato quello che operava assieme Luciano Donadio
ERACLEA
Era un gruppo organizzato quello che operava assieme Luciano Donadio attraverso una serie di società, in gran parte poi fallite, utilizzate per emettere false fatture e drenare fondi destinati allo stesso boss di Eraclea.
A tratteggiare il quadro delle attività economiche, solo in apparenza lecite, che la Procura attribuisce agli uomini accusati di far parte del clan dei casalesi, è stato un consulente tecnico, Filippo Lo Franco, che per conto dei pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini, ha steso una relazione di migliaia di pagine su una ventina di società, ricostruendo gli assetti societari, le attività, i bilanci. Nel corso dell'udienza di ieri, nell'aula di bunker di Mestre, l'esperto ha elencato le società direttamente riconducibili a Donadio e quelle gestite da prestanome o amici del boss, in alcuni casi subentrati a fronte di difficoltà dovute ad inchieste o verifiche fiscali. Come nel caso della Mascali costruzioni, società di cui non si trovano i bilanci dal 2006 al 2010, da cui Donadio si disimpegna formalmente dopo il 2008, a seguito di una contestazione di una importante evasione fiscale: a lui subentra quindi uno dei suoi uomini, Antonio Basile. Le aziende che fanno capo direttamente al boss sono una mezza dozzina, tra cui la Donadio costruzioni srl, cassaforte di famiglia, e la Principe srl, quella che gestisce la ricevitoria di Eraclea: l'unica con bilanci e contabilità a posto, ma senza grandi ricavi, poche dice di migliaia di euro all'anno.
MILIONI SPARITI
Ben più numerose le società che, secondo il consulente della Procura, Donadio controllava indirettamente, attraverso Basile (Pulifin), Nunzio Confuorto (Nc), Christian Sgnaolin (Grazioso), Tommaso Napolitano (General Pavimenti) e altre ancora. Le quote della società Sara, di Amorino Zorzetto, da metà 2009 passano a Donadio senza che però venga pagato nulla. La Abel, riconducibile a Sgnaolin, eseguì lavori importanti per conto della Donadio costruzioni senza mai incassare il controvalore, pari ad oltre 900 Mila euro. Dai fallimenti delle società sono emerse attività di distrazione di fondi per parecchi milioni di euro: soldi trasformati in contanti e poi spariti: 750 mila euro dalla Amir, riconducibile a Zorzetto; oltre un milione dalla Abel; stessa cifra dalla Edilconat gestita da Sgnaolin.
Per non parlare delle società gestite da Graziano Poles (3 milioni distretti da a Costruzioni piscine, fallita nel 2009) da cui somme ingenti sarebbero poi finite al boss di Eraclea. Il consulente della Procura ha ricostruito anche la storia della società Victory srl (fallita nel novembre 2009) che gestiva un immobile, l'omonimo hotel, che fu venduto nel 2008 per 5.7 milioni a fronte di valore effettivo stimato in 8.9 milioni.
AUTO DANNEGGIATA
Il curatore fallimentare di una delle aziende di Poles, Renzo Bortolussi, ha quindi raccontato che nel 2013 la sua auto fu danneggiata da ignoti, dopo che si era opposto alla vendita di beni, riconducibili a Donadio, per un prezzo ritenuto troppo basso a persone della famiglia Poles. Al Tribunale ha ricordato di aver incontrato Donadio il quale si presentò come un casalese, parente di Sandokan (soprannome del capo camorrista Francesco Schiavone). «Ma Donadio non mi ha mai fatto pressioni - ha aggiunto Bortolussi - ho un ricordo di persona tranquilla, non mi ha intimidito». In compenso ha riferito di un collega, impegnato nella vendita di alcuni beni di Buonanno, il quale gli raccontò di aver ricevuto un proiettile chiuso in una busta.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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