Emozione e socialità Torna la Guggenheim

Domenica 24 Gennaio 2021
LA PROPOSTA
Il corpo come espressione di dolore, ma soprattutto di apertura e rinascita. È quanto emerge dall'installazione composta da una sessantina di disegni a forma di corpo umano allestita al GAD, Giudecca Art District di Venezia, e che verrà presentata oggi dalle 15 alle 17 in un incontro aperto su Zoom (https://us02web.zoom.us/j/84295963821). L'installazione è il risultato finale del workshop Esplorare la distanza proposto dalla poliedrica artista svedese Cecilia Jansson nel terzo di quattro appuntamenti del progetto inclusivo SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente, rivolto ai giovani di varie nazionalità di età compresa tra i 16 ed i 25 anni, ideato durante la pandemia dalla Collezione Peggy Guggenheim insieme a Swatch Art Peace Hotel di Shangai, la residenza d'artista di Swatch, azienda che da circa 30 anni è a fianco della Guggenheim.
IL MOMENTO DIFFICILE
In questo momento in cui i musei sono chiusi lo scambio di idee e riflessioni è un modo per essere vicini pur nella distanza. Durante la prima parte del workshop, svoltasi online l'8 e il 18 gennaio, l'artista ha affrontato il tema del corpo umano come strumento di misura e limite fisico ma anche come possibilità narrativa. Il distanziamento sociale ha infatti portato a riflettere sui confini fisici e relazionali di ciascun individuo, rendendo tutti maggiormente consapevoli sia della propria presenza corporea che dell'impatto psicologico ed emotivo. Confrontandosi su questi temi i 25 partecipanti al workshop hanno elaborato queste tematiche realizzando la sagoma del loro corpo su carta e attribuendogli varie interpretazioni. Il risultato è una sessantina di corpi realizzati con le tecniche del disegno, del collage e dell'assemblaggio. Queste sagome tra venerdì 22 e sabato 23 sono state allestite negli spazi del GAD dall'artista, coadiuvata da remoto dai 25 partecipanti così da disporle in relazione e in dialogo tra loro.
MUSICA & NATURA
«Per me è sempre importante mettere in connessione le persone - dice l'artista - Ogni sagoma appartiene ad una persona diversa e racconta una storia o una visione personale dell'idea del corpo. Le immagini contengono riferimenti legati alla natura, alla musica e alla danza, ma anche alla cultura, alla libertà e alla rinascita». In mostra si trovano corpi con disegni geometrici, uomini che si tuffano nel futuro ma anche sagome vulnerabili. «In un momento molto difficile per l'arte continuiamo a portare avanti la nostra missione educativa. Ci è sembrato giusto rivolgerci ai giovani che stanno avendo molte difficoltà e che vorremmo coinvolgere sempre più con le attività del museo» afferma Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim. «Abbiamo unito le forze per fare in modo che i giovani si potessero esprimere. Importante ora è far vedere l'energia positiva che gira intorno alla loro creatività dice Carlo Giordanetti, ceo di Swatch, spiegando che Cecilia Jansson nel 2014 era stata per sei mesi ospite allo Swatch Art Pece Hotel dove ha realizzato lavori con seta, ceramica e pane, oltre ad un arazzo ricamato. Con il suo modo di lavorare con le persone è stata molto brava a valorizzare il lavoro di ciascuno, portando ad esplorare tecniche nuove e racchiudendo la vicinanza in un'unica stanza».
Francesca Catalano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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