Emma Corrin nella parte di Diana è il sole che illumina The Crown

Domenica 15 Novembre 2020
LA SERIE
È una specie di maledizione: se compare Diana, la Corona sparisce. Succedeva ai tempi del matrimonio tra l'eterno erede al trono di Inghilterra e la giovane Lady Diana Spencer, con le cronache che non smettevano di riportare il malumore del primo per la crescente popolarità della seconda. E succede anche nella quarta stagione dell'attesa serie Netflix The Crown, da oggi sulla piattaforma con nuove dieci puntate (che abbiamo visto tutte).
Scritta ancora una volta dallo showrunner Peter Morgan e ambientata tra il 1979 e il 1990, nel decennio che copre l'ascesa e la caduta sia del primo ministro Margaret Thatcher che di Diana come consorte di Carlo, la serie si accende nelle puntate in cui compare la Principessa del Galles, lasciando la regina, interpretata per l'ultima volta da Olivia Colman, quasi sullo sfondo. Anche se sono solo due episodi, il terzo e il sesto, a concentrarsi sulle turbolenze sentimentali della coppia, il lavoro magistrale svolto da Emma Corrin, la 24enne che fino a due anni fa impacchettava scatole per una start up di Londra, e oggi interpreta Diana, è il sole intorno a cui ruota tutta la stagione.
IL PERSONAGGIO
Vittima ma non troppo, parte lesa capace di aggredire, passivo aggressiva, bulimica e non estranea al tradimento, la Diana di The Crown è una copia fotografica dell'originale. Non solo tutti i suoi abiti, incluso quello da sposa, sono ricalcati sui vestiti autentici di Diana, ma anche i luoghi della serie sono gli stessi che hanno fatto la storia del personaggio: il nebbioso castello scozzese di Balmoral dove fu messa alla prova dai reali (spassoso il momento in cui, allo stesso test, viene sottoposta la Thatcher), l'Australia del trionfante tour con Carlo del 1983, fino alla New York del 1989, quel viaggio in solitaria concluso con un abbraccio al malato di Aids, immortalato in una delle tante foto destinate ad andare di traverso alla Corona.
Del divorzio tra Carlo e Diana, e di tutte le sue conseguenze, si occuperanno le stagioni successive, la quinta e la sesta, con Imelda Staunton nei panni della Regina Elisabetta, Elizabeth Debicki in quelli di Diana e Dominic West come Carlo, a sostituire l'ottimo Josh O'Connor. Centrale infine, in una delle stagioni con il più alto tasso di virtuosismo degli attori, il contributo di Gillian Anderson nei panni irriconoscibili della Lady di ferro Margaret Thatcher.
Rilanciata proprio da Netflix, che le ha offerto il ruolo della guru del sesso nella serie culto Sex Education, in The Crown 4 Anderson dà vita a una perfetta incarnazione della politica conservatrice e inflessibile, che dominò la scena politica del decennio. Tra inflazione e disoccupazione (il quinto episodio è un tributo al cinema anti-thatcheriano di Ken Loach), stretta nella morsa dei terroristi dell'Ira e della guerra delle Falkland, l'Inghilterra della quarta stagione di The Crown è un Paese inquieto e turbolento, che si sfoga nella musica (The Clash, Depeche Mode, David Bowie nella colonna sonora) e si specchia in un'immagine: quella di una principessa triste, la principessa del popolo, entrata in una favola e sopravvissuta al peggiore degli incubi.
Ilaria Ravarino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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