Elettronica e strumenti l'omaggio a Nono

Lunedì 28 Settembre 2020
Nel trentennale della scomparsa, la Biennale musica ha dedicato un concerto monografico al compositore veneziano Luigi Nono. Al Teatro Piccolo Arsenale sono stati proposti tre rilevanti lavori per strumenti solisti ed elettronica: sofferte onde serene per pianoforte e nastro magnetico, Post-prae-ludium n. 1 per Donau per tuba ed elettronica, La lontananza nostalgica utopica futura per violino e otto nastri magnetici. Oltre ai tre eccellenti interpreti (Francesco Prode pianoforte, Arcangelo Fiorello tuba, Francesco D'Orazio violino), importante è stato l'apporto del maestro dell'elettronica Alvise Vidolin (in foto). Il suo rapporto con Nono risale al 1977. «Lo incontrai la prima volta - racconta Vidolin - al primo convegno europeo sulla musica elettronica che avevo organizzato con la Biennale e il Conservatorio di Venezia. Si dimostrò subito particolarmente interessato e così iniziammo la nostra collaborazione che portò al Prometeo, prima a Venezia e poi a Milano, Parigi e Francoforte». Vidolin è la memoria vivente di tanta musica del Novecento che, senza il suo fondamentale lavoro di restauro o di trasferimento su altri supporti tecnologici del materiale registrato, non si potrebbe più eseguire. «Con lo studio di Padova abbiamo riversato tutti i nastri di lavoro di Nono, ora conservati all'Archivio della Giudecca. Ho fornito a compositori come Nono gli strumenti per la loro musica. In fondo, ho svolto lo stesso compito che in passato svolgeva un liutaio costruendo violini, chitarre o strumenti a fiato». Il pensiero non può non andare anche a Mario Messinis, recentemente scomparso, tra i primi a interessarsi di musica elettronica. «Il suo contributo è stato fondamentale. Ha sempre sostenuto il Limb, il laboratorio per l'informatica musicale della Biennale, favorendo con i suoi festival la sperimentazione e commissionando importanti lavori». Per Vidolin il mezzo elettronico informa di sé tutto il nostro mondo. «Certo, i compositori si dividono in filo-tecnologici e quelli ecologisti che non sono interessati alla tecnologia e magari nostalgicamente preferiscono i dischi in vinile. Ogni messaggio, però, è sempre completato da immagini sonore e occuparsi di sound design è oggi una nuova e importante professione».
Mario Merigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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