«È un boccata d'ossigeno per tutti noi. Abbiamo salvato il cuore del Festival».

Mercoledì 8 Luglio 2020
«È un boccata d'ossigeno per tutti noi. Abbiamo salvato il cuore del Festival».
«È un boccata d'ossigeno per tutti noi. Abbiamo salvato il cuore del Festival». Alberto Barbera, direttore in scadenza del settore Cinema alla Biennale di Venezia, tira un sospiro di sollievo: Venezia 77 si farà. Sarà un'edizione abbondantemente rimeggiata per gli obblighi legati alla pandemia, ma senza stravolgimenti. Il cuore è stato mantenuto..
Barbera, non è stato facile, ma il messaggio è fin troppo chiaro. Nessuna resa.
«Non nascondo che è stato tutto molto complicato. E ci sono stati momenti dell'anno appena trascorso che ci hanno fatto pensare anche al peggio. Ma con una giusta calibratura, con il passare del tempo, la situazione è a poco a poco cambiata, e abbiamo avuto più fiducia. Da questo punto di vista poi aver individuato dei luoghi come le due Arene al Lido, e ai Giardini, l'uso di alcuni cinema a Mestre e a Venezia, ci ha messo nella condizione di lavorare al megio sia pure nell'emergenza».
Come sarà la prima Mostra dell'era Covid?
«Proporremo un programma di qualità che sveleremo tra qualche giorno. Ma posso dire che ci saranno film, sono oltre una cinnquantina, da tutto il mondo, anche da quei Paesi in grave crisi da pandemia come Usa, India, Sudamerica. Il carattere internazionale è garantito».
In ogni modo il messaggio più importante sta nel fatto che la Mostra si fa
«Il nostro è un segnale di ottimismo e di speranza. E di solidarietà per il mondo del cinema che ha sofferto, come tanti, enormemente coscienti che i problemu maggiori, probabilmente, devono ancora arrivare. Però è questo un modo per offrire un segno concreto di vicinanza a tutti: lavoratori, tecnici, attori, pubblico».
Non deve essere stato facile...
«Diciamo che questa mostra è stata studiata, allestita e strutturata con un ospite pesante in più come il Covid. Era una sorta di invitato speciale... Però credo che il risultato si vedrà e ne varrà comunque la pena».
Oltre al messaggio verso il mondo dello spettacolo, è un segnale lanciato anche nei confronti di altri festival che hanno dovuto cedere il passo... Cannes su tutti
«Devo dire che in queste situazioni di emergenza, nessuno ha mai parlato di concorrenza, ma solo di solidarietà e collaborazione. Abbiamo lasciato perdere le punzecchiature che sono state anche il sale degli anni passati per una nuova consapevolezza che ci ha trovati tutti uniti. Domani (oggi ndr) manco a farlo apposta ci sarà un comunicato congiunto sulla situazione nel mondo del cinema».
Insomma, che la Mostra abbia superato tutte le maggiori difficoltà di questi mesi, è senz'altro positivo.
«È un messaggio straordinario per tutti noi e che mette l'Italia al centro del mondo. E non per la pandemia... In questi mesi abbiamo capito come possa essere importante la tecnologia. Io stesso in questo lungo periodo di lockdown sono rimasto a casa come tutti. Sono riuscito a vedere molti film grazie ai link che sono arrivati al mio computer. E non vi è dubbio che, oltre a lavorare per la mostra e a scegliere i film, io li abbia visti tutti sul mio monitor. Ma poi, quando il 25 maggio scorso, finalmente, sono riuscito a sedermi in Sala Grande al Lido, per una prima programmazione al cinema, ho ritrovato una grande gioia. Una sensazione indescrivibile. Non c'è nulla di meglio che sedersi in poltrona in una sala».
Secondo gli amanti delle statistiche, questa potrebbe essere l'ultima mostra targata Barbera...
«Vedremo. Sono stati dodici anni di Mostra e sono dodici anni di grandi passioni. Sono parte della mia vita, Ora concentriamoci su Venezia 77».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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