Differenze
Chi legge
e chi twitta
Raymond Carver sosteneva che, a costo

Giovedì 5 Dicembre 2019
Differenze
Chi legge
e chi twitta
Raymond Carver sosteneva che, a costo di sembrare sciocco, uno scrittore a volte deve essere capace di rimanere a bocca aperta davanti a qualcosa, qualsiasi cosa, un tramonto o una scarpa vecchia, colpito da uno stupore semplicemente assoluto. Leggendo sul Gazzettino di lunedì l'articolo di Alessandra Graziottin sulla lettura e notando nei vari passaggi il suo appassionato amore per i libri, mi è sembrato di cogliere in lei, lettrice, lo stesso stupore di fronte a personaggi come Firs, il vecchio servitore in Cechov. Io direi che il piacere della lettura dei romanzi consiste proprio in questo stare in compagnia di persone che vivono in un tempo sospeso, come lei si esprime, per regalarci una pausa di bellezza, di pensiero limpido. Il più bel regalo da bambina? la passione per la lettura. Magnifico! Passando per la strada vedo persone giovani e meno giovani costantemente attaccate al telefonino, dove i messaggini, i tweet, i mi piace frettolosi e superficiali imperversano. La lettura vera, invece, esige attenzione e raccoglimento. I suoi frutti più preziosi sono la crescita interiore e l'arricchimento culturale. La massa informe schiava della tecnologia è ben espressa da una frase dello stesso Anton Cechov: Una volta nel gregge è inutile che abbai: scodinzola!. Grazie Alessandra, per questo angolo di paradiso nel Gazzettino!
Tiziano Lissandron
Referendum
Quello che i no
non hanno capito
Qualche considerazione sui risultati del referendum sulla divisione amministrativa tra Venezia e Mestre, dopo l'annessione avvenuta nel 1926. La percentuale dei votanti è stata 32,64% a Venezia e 16,35% in terraferma, la metà quindi. Da ricordare comunque che al ballottaggio del 2015 per il Sindaco è andato a votare solo il 49% e su questo 49% Brugnaro ha preso il 53% dei voti: 54.405 su 211.720 iscritti (ora purtroppo calati a 206.553 a causa del continuo drammatico esodo). Il Sì ha prevalso con il 66% ma a Venezia e isole è stato dell'85% circa mentre in terraferma (ad esclusione di Carpenedo) ha vinto di poco il No. Dati che fanno capire ancora di più il diverso sentire tra le due città, realtà difformi tra loro, con problemi ben differenti e gravi (entrambe), che abbisognano di specifiche attenzioni e amministrazioni, con consiglieri comunali e assessori che conoscano bene i rispettivi territori e le loro peculiarità. Due città che naturalmente continueranno a rimanere unite sotto diversi aspetti. Un mondo a parte, speciale, unica: è stata definita Venezia anche ieri sera nell'ottimo reportage su Rai1, Frontiere. E noi che la abitiamo, viviamo quotidianamente questa meravigliosa (e problematica) particolarità, che meriterebbe uno statuto speciale che così non può avere. Spiace che tante e tanti abitanti della terraferma non lo abbiano compreso. La loro è una città, la terza del Veneto per numero di abitanti, con una propria storia (e stemma e patrono), identità, dignità (ma così continuerà ad essere definita la periferia di Venezia), con le nuove generazioni che non hanno più quello stretto legame - che comunque rimarrà - di chi ha dovuto dolorosamente lasciare Venezia causa sfratti o affitti troppo alti. La loro conoscenza di Venezia - e isole in particolare - è molto diversa (peraltro fanno prima a raggiungere ad esempio Verona che non Pellestrina). Ovvio che la divisione da sola non risolverebbe i gravi problemi di entrambe le città e della Laguna, su cui peraltro insistono altri 8 Comuni. Ma è un passo fondamentale per cercare di invertire l'inarrestabile rotta della devastazione fisica e sociale, che l'illusione della Città metropolitana non ha saputo di certo invertire (è avvenuto invece, di contro, lo svuotamento di poteri delle Municipalità).
Cristina Romieri
Venezia Lido
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