Da Scorzè gli yacht da sogno

Lunedì 15 Marzo 2021
Da Scorzè gli yacht da sogno
SCORZÈ
Gli yacht da sogno dei miliardari del mondo nascono a Scorzè. È in via Treviso che si trova lo studio Nuvolari-Lenard dove Carlo e Dan, assieme ai loro quindici collaboratori, realizzano barche che oggi sono in mano a Steven Spielberg, Jerry Jones (patron dei Dallas Cowboys) o Viktor Pinchuk (oligarca ucraino dal patrimonio stimato in 1,5 miliardi di dollari), per citarne solo alcuni. Nuvolari, classe 60, è nato a Genova per sbaglio, dato che suo padre in quel momento era lì per lavoro, ma è veneziano. Al salone nautico di Genova nel 1992 ha conosciuto Dan Lenard, sloveno classe 1967, trevigiano d'adozione da trent'anni. Insieme progettano imbarcazioni dai 9 ai 140 metri, creando indotto a una decina di aziende locali. Nel settore sono riconosciuti come i numero uno della progettazione, accolti come star dalla nicchia dei super ricchi. Nello studio di Scorzè che sembra una vera e propria multinazionale, si respira un'aria internazionale, c'è chi viene da Brasile, Corea e Turchia. Marmi o tessuti si possono toccare con mano, per permettere la scelta degli interni sapientemente gestiti da Valentina Zannier. «Era uno showroom di un'azienda di lampade che abbiamo rilevato», commenta Nuvolari. «Inizialmente lavoravo in un cantiere nautico locale, oggi ormai non ce ne sono più, però non avevo la mentalità da dipendente. Quando ho conosciuto Dan ci siamo inventati designer, non è stato facile scalare il settore, ma oggi - afferma con una punta d'orgoglio - siamo tra i leader, almeno tra i primi tre studi al mondo».
IN LAVORAZIONE
In questo momento hanno in consegna cinque imbarcazioni in metallo: «Facendo la somma delle lunghezze sono oltre 500 metri», afferma Nuvolari calcolatrice alla mano. Tanti i nomi della nautica, e non solo, che si affidano a loro: Benetau, Lexus, Ferretti, Perini, Toyota, collaborazioni curate dal project manager Simone Feltrin. E se da un lato si creano barche ibride di piccole dimensioni, come i taxi in collaborazione con Vizianello, è sui megayacht che la precisione e l'eccellenza si concretizzano, portando in alto il tricolore italiano di quel saper fare che è tipicamente nazionale. «Una barca di quel tipo offre le comodità di una megavilla dove si vuole, assieme alla privacy, perché queste sono persone che non possono andare in hotel, sarebbero assediate». Ci vogliono centinaia di milioni di euro e circa cinque anni, periodo in cui lo staff deve fare soprattutto da psicologo: «Dobbiamo mediare tra le esigenze tecniche e quelle estetiche, tra quello che desidera la moglie e quello che preferisce il marito, poi capire le sensibilità, che definiscono le forme dello yacht». Curioso come anche queste imbarcazioni siano suscettibili di mode: «Le richieste più stravaganti non hanno fine. Oggi però va molto la Nemo room, una stanza cinema-ritrovo-relax, attigua alla Spa, che è sott'acqua con oblò che scrutano il mare». Il ruolo di Venezia è determinante: «Venezia ci è servita molto. Quando i clienti ci cercano e vedono che siamo italiani dicono Bene, alla notizia che siamo veneziani scatta il Meglio.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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