Cvn batte cassa, la rabbia delle imprese

Giovedì 29 Aprile 2021
IL CASO
VENEZIA L'ennesima doccia fredda è arrivata, martedì sera, via pec. Quattro paginette, a firma del commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova, Massimo Miani, che chiede alle imprese consorziate di mettere mano al portafoglio: viste le difficoltà di cassa del Cvn, sono tenute a versare 57.819.931 euro. Ognuno per la sua quota, precisa Miani, che ricostruisce come il disavanzo sia cresciuto dal 2014 in poi, gli anni dell'amministrazione straordinaria del Consorzio dopo lo scandalo tangenti. Quanto basta a far montare la rabbia tra le piccole e medie imprese, le uniche rimaste a reggere i cantieri del Mose in questi anni complicati. Dalle grandi imprese - le varie Mantovani, Fincosit, Condotte, protagoniste della stagione degli scandali, ora in concordato o amministrazione - già si sa che non arriverà un soldo. Avrebbero le quote maggiori da versare, ma tant'è. Chi rischia davvero, a questo punto, sono proprio le piccole medie imprese, che da mesi lavorano senza essere pagate e ora dovrebbero contribuire anche alle «spese di funzionamento» del Cvn. Con crediti per una ventina di milioni, erano già molto critiche verso la gestione del commissario Elisabetta Spitz e del liquidatore Miani per lo stallo dei lavori (e quindi dei pagamenti). Ora la lettera di Miani è una sorta di detonatore tra gli imprenditori. «Ma come, le perdite le ha fatto lo Stato, con l'amministrazione straordinaria, e ora noi dobbiamo pagare!». «Abbiamo già finanziato il Cvn con 20 milioni di lavori». «Noi ci siamo ridotti i compensi, abbiamo i lavoratori in cassa integrazione, e il Consorzio?». Primi commenti ufficiosi e rabbiosi. Oggi a parlare saranno i vertici di Lega coop e Ance, in una conferenza stampa convocata in tutta fretta.
INTERROGAZIONE IN ARRIVO
Intanto a prendere le difese delle imprese, ieri, ci ha pensato l'onorevole Sara Moretto, capogruppo di Italia Viva in commissione attività produttive alla Camera. «Le imprese del Consorzio Venezia Nuova vivono una situazione paradossale e vergognosa» scrive in una nota in cui contesta la richiesta del commissario liquidatore. «Miani, nomina della Ministra De Micheli, chiarisca subito le sue intenzioni perché in ballo c'è il futuro di 70 imprese e 1500 lavoratori. Presenterò un'interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla vicenda». La deputata veneziana ricorda come sia ormai imminente lo sblocco da parte del Cipe dei 538 milioni di avanzi dei mutui del Mose, destinati al completamento alle opere di salvaguardia. «Questi fondi, arriveranno a giorni al Provveditorato, che potrà così distribuirli alle imprese sottolinea -. Una boccata d'ossigeno per queste attività, che più volte hanno detto di essere a un passo dal default per i ritardi enormi dei pagamenti. Proprio ora che sembrava risolversi il problema arriva una stangata del tutto inattesa del Commissario liquidatore, che chiede a queste stesse imprese, come da statuto, di sostenere le spese del Cvn. Siamo al paradosso. È evidente l'urgenza di una regia non solo tecnica, ma soprattutto politica perché le imprese non possono essere lasciate sole, in balia di richieste totalmente inaccettabili».
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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