Cristiana Sparvoli

Vantare la produzione di vini in due terroir iscritti

Mercoledì 23 Ottobre 2019
Cristiana Sparvoli

Vantare la produzione di vini in due terroir iscritti tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità, non è da tutti. Enrico Martellozzo può farlo: l'azienda di famiglia acquisita nel 1993, la Bellussi Spumanti, è nel cuore delle colline di Valdobbiadene e Conegliano, patria del Prosecco Superiore DOCG, dal luglio scorso entrate a far parte dei siti Unesco. In questa lista di eccellenze italiane rientra anche Montalcino, nella Val d'Orcia.
Tra le incantevoli alture del Senese, con vista sull'Abbazia di Sant'Antimo, si trova l'altra tenuta vinicola di casa Martellozzo: la società agricola Belpoggio (10 ettari, di cui cinque vitati a Sangiovese), con un antico casale ristrutturato (elegante rifugio per la famiglia e gli ospiti speciali), una moderna cantina e l'area di invecchiamento da cui escono i grandi rossi toscani ad etichetta Belpoggio. Ai due siti Unesco, Valdobbiadene e Montalcino, a comporre un triangolo enologicamente straordinario, di recente si è aggiunto l'Alto Adige, grazie alla partnership avviata con i viticoltori associati della Valle d'Isarco. Dai vigneti terrazzati nascono le uve Kerner, Gewurztraminer, Muller Thurgau e Sylvaner alla base dei quattro vini bianchi DOC che compongono l'ultima nata: la linea Lido 1932.
Un progetto che abbina viticoltura straordinaria e cultura, binomio che Enrico Martellozzo, adesso affiancato anche dai giovani figli Francesca e Giovanni, coltiva da oltre vent'anni. «La Lido 1932 è dedicata al progetto di collaborazione che ci lega alla Fondazione Biennale di Venezia - spiega il manager valdobbiadenese -. Infatti, il 1932 è l'anno in cui nasce la Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. I nostri tecnici seguono da vicino i viticoltori della Val Isarco, ci scambiamo esperienze e tecniche di produzione. Loro ci offrono tutta la conoscenza nella vinificazione dei bianchi, noi mettiamo in campo la nostra storia nella spumantizzazione».
Se la nuova Lido 1932 guarda al mondo del cinema, la linea di spumanti Belcanto di Bellussi è l'omaggio che l'azienda di Valdobbiadene fa all'opera lirica e a i suoi artisti. «Dal 1996 siamo accanto al Teatro Comunale di Treviso e al concorso per cantanti Toti Dal Monte, istituendo il Premio Bellussi, una borsa di studio destinata al perfezionamento dei giovani vincitori. Quest'anno il concorso non si è svolto, dato il passaggio di gestione del teatro trevigiano. Ci auguriamo che venga ripreso. Negli ultimi, comunque, ci siamo allargati e abbiamo aperto un'importante collaborazione con la Fenice di Venezia. I nostri spumanti erano presenti all'apertura della stagione lirica 2018; il 24 novembre saranno degustati anche nella cena inaugurale del nuovo cartellone, nelle Sale Apollinee».
Con il top di gamma Belcanto, Bellussi (seguita dall'enologo Francesco Adami) aveva già da tempo puntato sulla selezione delle migliori uve prosecco, coltivate dai suoi quaranta conferitori, esclusivamente dell'area di Valdobbiadene. Questo molto prima che, nel 2009, il disciplinare della Conegliano Valdobbiadene DOCG istituisse le Rive, all'apice della denominazione. «Solo le uve esposte allo straordinario microclima delle nostre colline diventano Belcanto, che costituisce più del 15 per cento dell'intera produzione di Bellussi. Siamo molto soddisfatti delle performance di questi spumanti. Dall'anno scorso, per suggellare la nostra partnership con la Fenice, abbiamo pensato al nuovo Metodo Classico Millesimé Pas Dosé, uve di Pinot nero vinificate in bianco, provenienti dall'Oltrepò Pavese vendemmia 2013, 60 mesi sui lieviti».
La filosofia adottata da Bellussi è quella di rivolgersi ad un consumatore diverso. In questo senso, tre anni fa è stato lanciato il Cuvée Prestige, 100 % da Pinot nero in versione Charmat lungo (6 mesi di autoclave). Diversificazione per uscire dal coro, sostiene Martellozzo, e portare l'export dal 30 al 49%: «Con il Brunello, il Pinot nero, i vini dell'Alto Adige e il Prosecco DOCG puntiamo a raddoppiare i 40 paesi che, attualmente, compongono il mercato estero di Bellussi».
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