Coronelli tra carte e globi famosi

Sabato 17 Febbraio 2018
MOSTRA
Vincenzo Coronelli (1650- 1718). L'immagine del mondo è il titolo della mostra che si è inaugurata, ieri, alla Biblioteca Marciana, a cura di Marica Milanesi e Heide Wohlschlager. Coronelli, veneziano di nascita, a soli 13 anni entrò nell'ordine francescano dei Frati Minori, di cui fu anche Generale dal 1701 al 1704. Nominato, nel 1685, cosmografo della Repubblica, con tanto di stipendio, per il suo progetto di un atlante veneto, Coronelli deve la sua fama universale e duratura al fatto di essere il più famoso costruttore di globi. Un oggetto di desiderio molto ambito dalle corti europee, dai conventi e dai nobili ricchi che se lo potevano permettere. Di cui peraltro esistevano anche versioni tascabili di tre once, ovvero del diametro di appena 15 centimetri. Molto compatibili con un uso commerciale, insieme all'infinita serie di volumi anche di piccolo formato e alle stampe. Ma questo è l'aspetto quotidiano.
LA FAMA
La sua fama è legata ai globi di grande dimensioni, come quelli della Biblioteca Marciana. Soprattutto a quelli realizzati tra il 1681 e il 1683 per il re sole Luigi XIV, con la rappresentazione del cielo al momento della sua nascita, del diametro poco inferiore ai quattro metri. La parte scientifica mutuata dai cartografi olandesi e francesi; le illustrazioni opera del più importante pittore barocco francese, Charles Le Brun. Decoravano la reggia di Versailles, oggi appartengono alla Biblioteca Nazionale di Francia. L'esecuzione di questi manufatti richiedeva una grande perizia manuale e un grande dispendio di tempo. Per questo erano affidati ai monaci dei conventi, manodopera assai esperta e, soprattutto, a costo zero. Le decorazioni si prestavano ad essere riprodotte per farne incisioni, il nome tecnico è fusi. Come quelle, davvero straordinarie, delle costellazioni, in forma antropomorfica, create per il re Sole dove peraltro è inserito anche il curioso dettaglio del cagnolino della sua figlia preferita.
LE SCOPERTE
Non solo questo. Coronelli dà atto delle novità dell'epoca. La scoperta del Messico, terra a quel tempo ignota, e, discendendo il continente americano, il Paraguay, con la rappresentazione delle popolazioni indigene e della flora e della fauna locali. Fino all'estrema punta dello stretto di Magellano. Senza dimenticare il favoloso mondo dell'impero cinese. Coronelli, peraltro, non dimentica le sue origini veneziane. Con il suo isolario dell'Atlante Veneto e la raccolta di tavole geografiche, insieme a quella dei modelli delle barche maggiormente in uso. Mette anche mano a un ambizioso progetto di enciclopedia, in 40 volumi, poi interrotto al settimo, che altro non era se non la sintesi delle sue diversi attività.
Rientrato a Venezia nel 1684 dopo la parentesi parigina fonda l'Accademia degli Argonauti, in pratica la prima società geografica al mondo. Documentata in una delle vetrine. Del resto era un grafomane quasi smanioso: molti dei suoi libri, di vario formato, appartengono alla Biblioteca Marciana, che ne espone una qualificata selezione. Le incisioni, invece, sono il frutto di prestiti internazionali, in particolare dall'Austria, dove il culto di Coronelli è ancora attualissimo. Festeggiato in questo modo il terzo centenario dalla sua scomparsa, l'obiettivo prossimo è quello di reperire i fondi per il restauro dei due globi marciani. La mostra è visitabile fino al 15 aprile 2018.
Lidia Panzeri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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