IL SEQUESTRO
MESTRE Tenuto d'occhio perché sospettato di reggere le fila di una piccola rete di spaccio in città, è finito nei guai per il possesso di banconote false.
E così la vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, di origini napoletane, si è visto contestare l'ennesimo reato. A eseguire il controllo, domenica pomeriggio in centro a Mestre sono stati i carabinieri del Norm che hanno sequestrato i 6 tagli da 20 euro che l'uomo teneva nella tasca anteriore dei pantaloni arrotolati e stretti da un elastico.
Per quale motivo questi 120 euro non erano con gli altri nel portafoglio? Già da un primo esame i militari hanno avuto qualche dubbio, in particolare per la consistenza della carta: la conferma che si trattava di denaro contraffatto dai successivi riscontri. Da dire che si tratta di una buona imitazione che potrebbe ingannare occhi poco esperti e passare le maglie dei controlli se mischiata con soldi autentici.
Da parte del campano nessuna collaborazione. Certo è che il capoluogo partenopeo da sempre ha una consolidata tradizione di zecche non autorizzate.
Le banconote in questione sono già state recapitate a laboratori della Banca d'Italia per essere esaminate nel dettaglio e capire se ci sono dettagli tali da risalire alla fabbrica illegale del conio. Intano le indagini proseguono anche al fine di stabilire se ci sono stati tentativi più o meno riusciti di spendita in qualche negozio della zona.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA MESTRE Tenuto d'occhio perché sospettato di reggere le fila di una piccola rete di spaccio in città, è finito nei guai per il possesso di banconote false.
E così la vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, di origini napoletane, si è visto contestare l'ennesimo reato. A eseguire il controllo, domenica pomeriggio in centro a Mestre sono stati i carabinieri del Norm che hanno sequestrato i 6 tagli da 20 euro che l'uomo teneva nella tasca anteriore dei pantaloni arrotolati e stretti da un elastico.
Per quale motivo questi 120 euro non erano con gli altri nel portafoglio? Già da un primo esame i militari hanno avuto qualche dubbio, in particolare per la consistenza della carta: la conferma che si trattava di denaro contraffatto dai successivi riscontri. Da dire che si tratta di una buona imitazione che potrebbe ingannare occhi poco esperti e passare le maglie dei controlli se mischiata con soldi autentici.
Da parte del campano nessuna collaborazione. Certo è che il capoluogo partenopeo da sempre ha una consolidata tradizione di zecche non autorizzate.
Le banconote in questione sono già state recapitate a laboratori della Banca d'Italia per essere esaminate nel dettaglio e capire se ci sono dettagli tali da risalire alla fabbrica illegale del conio. Intano le indagini proseguono anche al fine di stabilire se ci sono stati tentativi più o meno riusciti di spendita in qualche negozio della zona.
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