Concorsi e meritocrazia a Ca' Foscari tra veleni, smentite e minacce di querela

Martedì 30 Luglio 2019
Concorsi e meritocrazia a Ca' Foscari tra veleni, smentite e minacce di querela
LA POLEMICA
VENEZIA L'accusa, circostanziata e pesantissima, che Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo rivolge a Ca' Foscari è che le promozioni interne dei docenti siano pilotate. Così l'Università, con una nota firmata venerdì scorso dal rettore Michele Bugliesi, ha deciso di «adire le vie legali, a tutela del buon nome e del prestigio dell'istituzione cafoscarina». Rischia, dunque, di finire in Tribunale, la querelle tra l'associazione nata quasi due anni fa a Roma e l'Ateneo veneziano per il post che la prima ha pubblicato sul suo sito ancora un mese fa e che ha deciso di non togliere nonostante la diffida formale inviatale dal rettore. «Trasparenza e Merito si legge sul portale vuole rappresentare un punto di riferimento per coloro che intendano contrapporsi ad episodi di irregolarità nei concorsi universitari».
E nell'articolo, datato 25 giugno, punto il dito contro il regolamento interno di Ca' Foscari parlando di manipolazione dei concorsi per le promozioni interne, ad esempio da professore associato a professore ordinario. «Ca' Foscari si legge su trasparenzaemerito.org prevede un sistema di punteggi in cui vengono valutati, con pesi quasi identici, la didattica, la ricerca e gli incarichi in Ateneo. Concentriamoci, per il momento, sulla spinosa questione degli incarichi interni o anche dei compiti organizzativi».
Il dito viene puntato contro la presunta discrezionalità di valutazione della richiesta capacità manageriale e dalla possibile non considerazione di eventuali altre esperienze nel curriculum del candidato. «Supponiamo che ci siano due candidati: A, debole ma che deve vincere, e B, superiore ma inviso alla cricca. Supponiamo che A e B siano più o meno allineati per la didattica. Sulla ricerca non c'è gara. B ha il quadruplo di pubblicazioni ed esperienza internazionale da vendere», continuano dall'associazione, aggiungendo che non si può dire che B non sia migliore di A, altrimenti il concorso rischia di essere invalidato. Sarà sufficiente affermare, dunque, che B non è così tanto migliore di A».
E qui l'accusa arriva al nocciolo: «Il tema caldo sono gli incarichi. B è stato individuato qualche anno prima, in sede di programmazione pluriennale delle assunzioni. Dopo l'individuazione il vassallo ha ricevuto una serie di incarichi, calati dall'alto. Che succede se anche A dovesse avere qualche incarico? Beh, poco male. Le pubblicazioni si possono contare e anche pesare con criteri bibliometrici. Ma per gli incarichi come ci si comporta? La discrezionalità assoluta dei commissari, uscita dalla porta, rientra dalla finestra. Basterà quindi attribuire ad A un vantaggio sugli incarichi che neutralizzi e ribalti la valutazione che si è fatta per la ricerca scientifica».
La reazione dell'Università non si è fatta attendere. Bugliesi prima ha chiesto che il comunicato fosse rimosso, ma l'associazione si è detta disponibile solo a pubblicare precisazioni e rettifiche nel merito, sostenendo peraltro che a proposito di questo argomento scrive in un'altra nota Giambattista Scirè esistono già ricorsi e denunce, uno proprio contro l'Ateneo veneziano, quindi non abbiamo inventato nulla. Quindi, passato un mese, il rettore ha preso carta intestata e penna e a Trasparenza e Merito ha fatto sapere di «adire le vie legali, a tutela del buon nome e del prestigio dell'istituzione cafoscarina».
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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