Clan Maritan, un infarto uccide Lino

Giovedì 27 Maggio 2021
Clan Maritan, un infarto uccide Lino
SAN DONÀ DI PIAVE
Aveva compiuto 80 anni sabato scorso. Martedì scorso, alle 2 del pomeriggio, ha avuto un infarto ed è morto. Se ne va così Lino Maritan, il primogenito di una famiglia che a San Donà di Piave conoscono tutti soprattutto per via di Silvano Maritan, di sei anni più giovane di Lino, il boss del Veneto Orientale che sta scontando in carcere 14 anni per omicidio. Lino invece ultimamente era ai domiciliari per un residuo di pena di poco più di un anno, per una storia di droga, e aveva appena presentato istanza per vedersi tramutare i domiciliari in un obbligo di firma o roba del genere. Perché viveva come un leone in gabbia, costretto a restare giorno e notte nella casa di famiglia, che pure lo aveva visto nascere, crescere e ora morire.
COSA È ACCADUTO
Poco dopo pranzo martedì si è sentito male e si è accasciato al suolo. Inutili i soccorsi chiamati dalla moglie Anna, che ha diviso con Lino una vita di gioie e di dolori senza mai lasciarlo un solo istante e dandogli due figli, un maschio e una femmina.
Simpatico, sempre pronto alla battuta, un intramontabile codino a raccogliere i capelli lunghi, ormai bianchi ma ancora folti nonostante gli 80 anni, Lino era la parte naif del clan Maritan e con lui si chiude la parte di epopea dei Maritan legata alla famiglia d'origine, che era una famiglia di agricoltori che si guadagnavano il pane spaccandosi la schiena nei campi. Tant'è che Silvano ricorda ancora oggi quando papà e mamma si spellarono le mani a suon di schiaffoni, nel tentativo di indicargli la retta via.
IL FRATELLO
Con Silvano non aveva funzionato. «Il primo furto l'ho fatto nel negozio di alimentari del paese. Ho visto i soldi sul bancone, li ho presi e sono scappato. Quando sono arrivato a casa li ho mostrati con orgoglio a mamma e papà, che mi hanno fatto nero». Da lì un cursus honorum nel mondo del crimine che lo aveva portato a trattare alla pari addirittura con Felice Maniero, il quale negli anni '80 gli aveva lasciato il monopolio della gestione degli affari loschi della banda nel Veneto Orientale. Silvano Maritan si era così specializzato nello spaccio di cocaina e dopo qualche anno anche il nipote, Cianetto era entrato nel business, ma contro la volontà di papà Lino e pure dello zio Silvano, che avrebbero voluto tenerlo fuori dai guai.
UOMO D'AZIONE
Solo Lino era rimasto per molto tempo nelle retroguardie. Gli piaceva forse di più continuare a trebbiare, visto che aveva preso il patentino per la guida delle macchine agricole e per certi versi lui continuava a sentirsi un contadino, scarpe grosse e cervello fino, anche se non sempre utilizzato a fin di bene. Ma è anche vero che la sua passione per le macchine lo aveva portato a specializzarsi nello smontaggio a colpi di fiamma ossidrica delle auto rubate, attività per la quale si era beccato il primo processo. Poi, qualche anno fa una disavventura per droga in compagnia del figlio Luciano, per la quale Lino stava scontando proprio questa condanna a casa. Nel frattempo gli erano venuti acciacchi di ogni tipo. Già malato di cuore, ultimamente aveva avuto problemi, esattamente come il fratello Silvano, peraltro, con un paio di ernie al disco.
L'ULTIMO BRINDISI
E infatti chi lo aveva incontrato ultimamente lo aveva visto sbattuto, tant'è che non aveva fatto grandi festeggiamenti per gli 80 anni. Del resto, per invitare in casa gli amici di sempre avrebbe dovuto chiedere permessi e contro permessi ai carabinieri e al Tribunale, visti i precedenti penali. Così aveva festeggiato in casa, in attesa di finire di scontare la pena e tornare alla vita di sempre, nei campi e con i nipoti, magari dando un taglio netto alla vecchia vita che aveva abbracciato per un periodo seguendo le orme del fratello, Silvano Maritan. Pensare che il papà dei due aveva indicato proprio Lino come capofamiglia, perché si era reso conto che Silvano avrebbe preso un'altra strada. Che peraltro lo ha portato a diventare il capo della famiglia di bravi ragazzi che ha tenuto sotto controllo per trent'anni il Veneto Orientale. Ai funerali, fissati per sabato 29 maggio alle ore 10 nella chiesa di Chiesanuova, forse riuscirà a presenziare anche Silvano Maritan.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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