«Città chiusa, criminali in centro»

Venerdì 15 Maggio 2020
«Città chiusa, criminali in centro»
DOPO L'AGGRESSIONE
MESTRE Non è un caso, a quanto pare, che mercoledì pomeriggio le volanti siano arrivate a tempo di record in piazza Barche. Lo scontro tra le bande che si stanno contendendo il territorio dello spaccio in città si è concluso con un 24enne tunisino in ospedale per una coltellata all'addome e un suo connazionale in carcere con l'accusa di lesioni: l'aggressore, un 36enne con una lunga lista di precedenti per droga, è stato subito individuato e portato in questura. «Abbiamo rimodulato il controllo del territorio in questo periodo - spiega il questore Maurizio Masciopinto - e adesso ogni giorno in centro a Mestre c'è o una Volante o una gazzella dei carabinieri, in maniera che il pronto intervento sia il più rapido possibile».
IL FENOMENO
La scelta è motivata da un cambiamento importante sul fronte della sicurezza e dell'ordine pubblico: la criminalità ha spostato il proprio baricentro. «Il lockdown ha spinto la concentrazione della criminalità dalla periferia al centro della città - spiega Masciopinto - è un fenomeno storico, che si ripete spesso in situazioni di crisi economica. Una reazione sociale che si è vista anche a Mestre e che ci ha convinto a pianificare una nuova strategia di intervento». Mestre, poi, ha una realtà molto diversa rispetto ad altre città. Via Piave e la zona stazione, infatti, sono zone centrali, non certo di periferia. E comunque, in questi giorni, molti dei pusher che agivano in quell'area lentamente sono scivolati verso il cuore pulsante della Terraferma lagunare: piazza Barche. Lo scontro tra spacciatori di mercoledì, le baby gang della Colonna della Sortita, quelle del passato e quelle nuove in attesa di investitura ufficiale. «Sono tutti fenomeni che stiamo tenendo d'occhio - prosegue il questore - e non ci nascondiamo: il centro di Mestre è diventato un target e proprio per questo dobbiamo rispondere colpo su colpo per evitare che il fenomeno si allarghi e prenda piede. L'intervento di ieri conferma che la zona è altamente presidiata e continuerà a esserlo».
L'ARRESTO
Mercoledì si è scatenato il panico in pochi secondi. Ad affrontarsi due gruppi, in tutto una decina di persone, proprio a due passi del centro commerciale. Lo scontro ha creato il vuoto: le persone che erano nelle vicinanze si sono allontanate di corsa e il titolare di un'attività ha immediatamente chiamato la polizia. Le Volanti, in pochi secondi, sono piombate sul posto. Fuggi fuggi generale dei coinvolti, ma gli agenti sono comunque riusciti a mettere le manette all'aggressore, per poi portarlo in questura per gli accertamenti di rito. Gli uomini della polizia hanno individuato prima il ferito, anche lui, nonostante la giovane età, personaggio noto nel mondo dello spaccio di stupefacenti. Il 24enne tunisino aveva ferite da taglio al volto e al costato ed è stato immediatamente trasportato in ospedale a Mestre dal personale del 118. Le sue condizioni sono stabili, ma oggi dovrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico. Raccolte le prime testimonianze, i poliziotti si sono messi a caccia dell'aggressore, che, stando alle dichiarazioni dei presenti, si era appena allontanato in bicicletta verso via Fapanni. La Volante è riuscita a intercettarlo in via Castellana, mentre stava fuggendo verso Zelarino. L'uomo, 36enne tunisino, aveva gli abiti ancora sporchi di sangue. Per ferire il connazionale aveva utilizzato un cavatappi professionale con una lama di circa 4 centimetri. L'uomo è stato quindi arrestato per il reato di lesioni gravi e portato in carcere.
Non è ancora chiaro il motivo dello scontro, sul caso la questura dovrà approfondire le indagini. Da una prima ricostruzione, però, pare che le due bande si siano date battaglia per la spartizione del territorio dello spaccio. L'ultimo precedente simile risale a un anno e mezzo fa, il 13 agosto 2018, quando un altro scontro tra bande (albanesi, in quel caso) in piazzetta Coin finì in un'aggressione iniziata con mazze da baseball e finita a colpi di pistola. L'ennesima riprova che quella zona, evidentemente, alla malavita interessa.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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