«Che gioia abbracciare Carlotta»

Mercoledì 29 Novembre 2017
«Che gioia abbracciare Carlotta»
FIESSO D'ARTICO
«L'importante è che Carlotta non soffra». Sono queste, per il momento, le più importanti e angoscianti preoccupazioni dei genitori di Carlotta Trevisan, la bambina di 9 anni di Fiesso d'Artico, che da quasi quattro mesi sta lottando tra la vita e la morte nel reparto di nefrologia pediatrica dell'ospedale di Padova. A tenerla in vita sono solo i macchinari medici. Qualche giorno fa le erano state addirittura date poche ore di vita. Poi la bambina, quasi miracolosamente, si è ripresa quel tanto da farla dichiarare per qualche tempo fuori pericolo. Nei giorni scorsi, anche per analizzare alcune sue reazioni, i medici hanno addirittura staccato per un quarto d'ora tutti i macchinari collegati al suo corpicino.
Il papà Umberto, che con la moglie Novella si alterna giorno e notte per assistere la figlia, dopo mesi ha potuto prenderla in braccio e coccolarsela per una decina di minuti, sempre sotto l'attenta presenza dei medici.
EMOZIONE
«E' stato un gesto che ormai pensavo di non poter più realizzare ha scritto Umberto nel suo sito facebook, il social con il quale tiene informate della situazione le tantissime persone che chiedono in continuazione notizie di Carlotta - Rivivere quel gesto, cosi annebbiato nei colori e nelle sensazioni, è stato meraviglioso. Un grazie speciale a chi ha permesso di realizzare questo mio desiderio».
LA MALATTIA
Carlotta è stata colpita dalla Seu (sindrome emolitico-uremica), probabilmente durante una vacanza passata a luglio in un campo scuola organizzato dalla parrocchia di Fiesso d'Artico a Laggio di Cadore (Belluno). La malattia, molto rara, è stata provocata dal virus escherichia coli. Il suo sintomo non è facile da scoprire e inizialmente il suo malessere era stato scambiato per una forma di gastroenterite. Il batterio dell'echerichia coli libera una tossina che entra nel circolo sanguigno ed intacca gli organi interni e il sistema nervoso. Ogni tanto Carlotta, dal letto dell'ospedale, apre gli occhi per riflesso, ma è come se non vedesse nulla perché la funzione del suo cervello è compromessa. Negli ultimi giorni sono subentrati ulteriori problemi fisici, che hanno indotto i medici ad aumentare la sua sedazione per non farla soffrire maggiormente, come appunto richiesto dai suoi genitori.
Vittorino Compagno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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