Che cos'è una famiglia? In Italia un dibattito ansimante da tempo cerca di

Venerdì 14 Settembre 2018
Che cos'è una famiglia? In Italia un dibattito ansimante da tempo cerca di negarne forme alternative, mentre la realtà dimostra il contrario. Il giapponese Kore-eda Hirokazu, uno dei grandi registi contemporanei, da tempo sonda gli equilibri all'interno di questi piccoli nuclei, per dimostrare che il concetto di famiglia è in realtà meno rigido: «Secondo te che cosa ci unisce?», chiede l'uomo alla moglie. Lei, dopo un attimo di esitazione, risponde: «I soldi. Normalmente è così». Ma lui ribatte: «Ma noi non siamo normali». In effetti l'unione che lega Osamu e Hatsue, con nonna e bambini a carico si direbbe una vera e propria famiglia; ma non lo è. E lo scopriamo presto. Più tardi verranno a galla anche segreti più drammatici, emersi per un fatto inatteso, non calcolato. E il mondo familiare che stava in piedi contro ogni regola e perfino contro la legge non si regge più.
Palma d'oro all'ultimo festival di Cannes, Un affare di famiglia (titolo italiano generico e puntualmente traditore) è un film commovente e perfino spietato nei sentimenti, che mostra come sia tutt'altro che condannabile far finta di essere una famiglia e commettere ogni giorno piccoli atti delinquenziali (padre e bambini rubano nei negozi per mancanza di mezzi economici adeguati, da cui il titolo internazionale più coerente Shoplifters) o eticamente controversi (la ragazza più grande fa la prostituta in un locale), se tutto questo allevia la solitudine, specie quelle dei bambini, trovando la capacità di creare una comunità illegale, ma felice.
Ribaltando il suo film capolavoro (Nessuno sa), dove una madre sconsiderata abbandonava i propri figli costretti ad arrangiarsi da soli, qui Kore-eda costruisce l'unità di affetti e premure (i bambini sono dei trovatelli, ad esempio) attraverso il soccorso e la pietà, mostrando come l'artificialità di una famiglia improvvisata sia spesso terreno più fertile per una vita migliore di quella che garantirebbe una realtà legale (il tentativo di riportare uno dei bambini dai veri genitori, naufraga di fronte alla loro conflittualità estrema). Semmai, se ce ne fosse ancora bisogno, il regista nipponico spiega come le istituzioni al loro ingresso nella storia, nella loro esattezza sociale, si dimostrino devastanti nel risultato finale, disintegrando un mondo che a suo modo creava pace e serenità
Regista fondamentale per capire come oggi la famiglia rappresenti, in tutte le sue forme, ancora la possibilità di sopravvivenza per chiunque, Kore-eda è oggi il vero erede del grande Ozu, capace di addentrarsi nelle stanze di vita quotidiana, raccontando con una delicatezza sorprendente la difficoltà dello stare assieme. Ma anche la sua necessità. E la sua bellezza.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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