Caro Ministro Franceschini,
Ti scrivo per chiederTi di far sentire forte la Tua

Venerdì 3 Aprile 2020
Caro Ministro Franceschini,
Ti scrivo per chiederTi di far sentire forte la Tua voce, di assicurare con parole decise e convincenti all'Italia del turismo che il Governo nazionale del quale fai parte non permetterà che l'enorme patrimonio economico, imprenditoriale e professionale del settore sia annientato da questa emergenza. Con il massimo rispetto ma con altrettanta schiettezza, i milioni di donne e di uomini che vivono di questa irrinunciabile risorsa attendono da Te un segnale forte di interesse per le sorti del loro lavoro e delle loro aziende, un'attenzione espressa con la stessa energia che Ti accompagna quando difendi la nostra preziosa ricchezza culturale, la quale, senza il turismo, verrà privata di un sostegno economico indispensabile per tutelarla, valorizzarla e promuoverla.
Non intendo dilungarmi nella lunga e dolorosa lista delle ferite che il Covid-19 ha inferto all'intera filiera turistica e al suo vasto indotto economico, sono certo che Tu già la conosca. E nemmeno voglio riproporre qui l'elenco delle istanze e delle proposte per affrontare e superare questa crisi epocale che con sollecitudine le Regioni, le associazioni di categoria, le rappresentanze sindacali hanno presentato al Governo: nei documenti che sono pervenuti anche al Tuo Ministero ci sono tutte le sofferenze del settore e utili indicazioni per superarle e far fronte all'emergenza dell'oggi, oltre alle idee e alla disponibilità a definire tutti insieme il percorso di rinascita della destinazione Italia quando il virus sarà sconfitto.
Su una sola richiesta, che da più parti è stata avanzata, mi permetto di soffermarmi, per il suo valore simbolico oltre che concreto, ed è quella relativa alla previsione di un bonus fiscale per le famiglie italiane che trascorreranno le loro vacanze nel nostro Paese: rinnovando l'appello che Ti ho rivolto all'inizio di questa mia, sarebbe estremamente incoraggiante per tutti gli operatori del settore se fosse proprio il Ministro del turismo ad annunciare che chi sceglierà le nostre strutture ricettive potrà detrarre interamente le spese di soggiorno. Sarebbe la testimonianza di una tangibile volontà di voler uscire da questa angosciosa situazione e una salutare iniezione di speranza derivante dalla constatazione che a guidare il progressivo ritorno alla normalità sia il principale responsabile del turismo nazionale.
Concludo segnalandoTi che qui nel Veneto terra di spiccata vocazione internazionale e di consolidate relazioni economiche e culturali con innumerevoli Paesi, che, per restare nel turismo, conta circa 50 milioni di presenze straniere sui 70 complessivi assistiamo con crescente preoccupazione all'aggravarsi di uno dei malati più profondamente colpiti da questa pandemia, l'Unione Europea. Tutto nella normalità, verrebbe da dire, se si considera che stiamo parlando di un vecchio continente già debilitato da svariate patologie pregresse. In realtà l'Unione non sarebbe poi così datata, ma se le risposte da Bruxelles per uscire dalla crisi sono quelle che abbiamo ricevuto sino a ora, l'Europa comunitaria è destinata a lasciare presto la terapia intensiva e non certo perché guarita
L'economia italiana, di cui l'industria turistica è uno dei motori trainanti, non può essere trascinata nel baratro da questo ammalato che non vuol guarire. Certo di un Tuo cortese riscontro, resto a disposizione per un eventuale confronto.
*Assessore al Turismo della Regione Veneto
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